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Mittente:
bukowski
Re: lattanziooo   stampa
Data:
07/03/2003 16.30.44




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Ahi Luce Luce
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E si traduce.

Vediamo che anche individui dotati di cultura ed intelligenza, bench? ["cum" concessivo, come altri nel seguito] comprendano la fatuit? delle religioni, non di meno perseverano [perstare - intensivo] - e non saprei per quale astruso motivo [qua pravitate] - nel coltivarle. Cicerone (ad esempio) ben intuiva la falsit? delle credenze umane. Eppure, bench? avesse avanzato molte osservazioni [lett. detto molte cose] atte a [quae valerent ad] smantellare l'apparato religioso [in realt?, Cicerone - soprattutto nel "De divinatione" - aveva attaccato la religione pi? che altro intesa sotto il rispetto di "superstizione" ed ostentazione esagerata e fuori luogo del culto], afferma tuttavia che tali cose non devono essere messe in discussione dal popolo [dat. d'agente], onde evitare [ne] che una simile disputa potesse mettere in crisi [extinguat; propr. annienti, faccia cessare] il pubblico culto [religiones susceptas publice; Cicerone, infatti, era uno dei pi? convinti assertori del ruolo di "collante" politico e sociale rivestito dalla religione].
E allora, perch? tu assumi un comportamento simile a chi [quid facias cum eo] - bench? s'accorga di essere in errore - (tuttavia) si rovina con le sue stesse mani [lett. ultro ipse in lapides impingat, si scaglia da s? (ultro, spontaneamente) contro le pietre; ? proverbiale, evidentemente], coinvolgendo [tal da coinvolgere?; questo, e i seguenti, sono "ut" consecutivi; li rendo in gerundio] nell'errore l'intero popolo, e con le sue stesse mani si acceca, rendendo universale questa cecit?? A chi non assume un atteggiamento corretto nei confronti [nec bene mereatur de?] degli altri uomini, lasciandoli vagare nell'errore, n? tantomeno nei confronti di se stesso, esponendosi agli altrui errori, n? infine trae profitto della propria saggezza [utitur (regge abl.) bono sapientiae suae], realizzando [lett. riempendo] con i fatti le proprie acquisizioni intellettuali [quod percepit mentem], ma consapevolmente [prudens et sciens] si lascia scivolare nell'errore [lett. mette il piede in fallo (laqueo)], e si lascia egli stesso fuorviare [et (= etiam) ipse capiatur] insieme con gli altri, che pur dovrebbe liberare (dall'errore), essendo (di loro) il pi? saggio. Ch? anzi, o Cicerone, se c'? qualche merito da ascriverti, ? il tuo tentativo di rendere saggio il popolo; cosa buona e giusta quando dai fondo a tutta la tua eloquenza! N?, del resto, c'? pericolo che la parola [oratio] ti venga meno in una causa tanto giusta, dato che spesso hai difeso, con facondia e capacit? di persuasione [copiose ac fortiter], persino cause cattive!

Poesiola e Trad. Bukowski
  lattanziooo
      Re: lattanziooo
 

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