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Mittente:
bukowski
Re: Traduzione Didascalicon   stampa
Data:
09/03/2003 12.05.24




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Ah, caro Paolo, ti stai impegolando in un terreno non tuo, con Ugo da san Vittore eheheh. Ti consiglio di documentarti sui maggiori testi platonici (e neo-), nonch? aristotelici, per intendere appieno il senso del brano e della traduzione. Io, per me, ce l'ho messa tutta a rendertelo digeribile?

Il fondamento delle arti.

La Sapienza - immagine del Perfetto Bene - ? l'attivit? e l'aspirazione per eccellenza. La sapienza illumina l'uomo nella conoscenza di se stesso: l'uomo ? s? simile alle altre cose del creato, ma ha smarrito il senso della propria priorit? ontologica [il "prae" ha valore d'eccellenza, e non temporale di "prima": anzi, per Ugo significativamente l'uomo ? stato creato >dopo< tutte le altre cose]. E infatti, l'intelletto [animus] immortale - illuminato dalla sapienza [= Rivelazione] - scorge il proprio principio (spirituale) e comprende quanto sia indecoroso cercare il vero al di fuori di s?, quando basterebbe rimanere in s? [la trad. ? libera, ma il senso ? patente]
Sul tripode d'Apollo si legge questa massima: "gnoti seauton", ovvero "conosci te stesso": perch? se l'uomo non fosse dimentico della propria ascendenza (spirituale), si renderebbe conto che il mondano, caratterizzato dal divenire e dalla consunzione, non ha alcun valore [lett. quanto sia nulla tutto ci? ch'? sottoposto alla mutevolezza].
Vige, tra i filosofi, l'opinione secondo la quale l'anima ? un composto di tutti gli elementi naturali. Anche il Timeo platonico ha inferito l' "entelechia" [ovvero l'anima come atto] da una sostanza ch'? al tempo stesso divisibile e indivisibile e mista - ovvero, per un verso appartiene alla realt? intellegibile (l'Identico) e per un altro verso appartiene alla realt? sensibile (il Diverso), per un altro verso ancora ? la risultante della commistione dell'Identico e del Diverso: tale anima, come tale, permea tutto l'universo [la mia traduzione ? commentata, e non letterale (visto che non ne hai bisogno), per esprimerti concetti che altrimenti non capiresti]. Essa, allora, ha ragione dei fondamenti primi [initia, metafisici] e dei fondamenti secondi [quae initia consequuntur], dato che sia comprende la cause invisibili [= ontologiche] delle cose, in virt? dell'intelligenza [intus legere = leggere dentro], sia percepisce le forme attuali delle cose [ovvero, i "sinoli"], in virt? della sensibilit?: ovvero, attraverso i sensi va incontro alle cose sensibili, attraverso l'intelligenza assurge alle cose invisibili.
La mente torna su se stessa passando attraverso le idee [traduco cos? "similitudines", dato che qui il concetto ? strettamente neoplatonico] delle cose, ovvero: essa ? atta a contenere il Tutto: come il Tutto essa ? sostanza e natura, sotto il rispetto dell' "idea". Questo ? il senso del dogma pitagorico "simile col simile" [in realt?, questa condizione d'omogeneit?, imprescindibile innanzitutto dal punto di vista gnoseologico oltre che ovviamente fisiontologico, era comune a tutto un filone di filosofia presocratica], la qual cosa - riferita all'anima razionale - significherebbe che se essa non fosse composta dagli elementi del Tutto, le sarebbe pregiudicata la conoscenza del Tutto, secondo il detto: "conosciamo la terra con la terra, l'etere con il fuoco? ".
Ora, ci? non ci deve indurre a credere che questi grandi fisiologi [inteso in senso presocratico] abbiano ridotto l'anima ad un ricettacolo di tutte le parti materiali: in realt?, per esprimerne meglio la mirabile potenza, volevano dire, piuttosto, che l'anima ? s? la risultante degli elementi del Tutto, ma non in senso materiale, quanto sotto il rispetto di principio razionale che le informa.
N? si deve credere che questa affinit? con le cose le provenga altrove, che non da se stessa, come virt? e potenzialit? innata e peculiare. Come scrive Varrone nella sua opera "Sulla natura"? [riassumo: quanto segue non fa che ripetere quanto detto, appuntandolo con esempi pratici: tipico quello del metallo: il tutto per dire che le "cause materiali" e "formali" delle cose non provengono dall'esterno, ma sono insite nelle cose stesse, "in potenza"; stesso discorso per l'anima]? la qual cosa conferisce al nostro essere una dignit? che tutti possiedono, per natura, allo stesso modo, anche se non tutti ne hanno allo stesso modo consapevolezza.
L'animo, allora, stordito dalle passioni corporali e trasceso da s? stesso in virt? della sensibilit?, ha smarrito la propria essenza e, a causa di questo oblio, ? portato ad appiattire il vero col visibile. Possiamo, altres?, rimediare al tutto grazie alla filosofia [doctrina]: conoscere la nostra vera natura e imparare a non cercare fuori di noi ci? che, invece, possiamo trovare in noi stessi. Coltivare la sapienza, dunque, ? l'unica cosa degna nella vita, foriera di felicit?, per chi la ricerca, di beatitudine, per chi la possiede.



L'essenza della natura.

Ho pi? volte usato il termine "natura": Cicerone afferma ch'? difficile forgiarne una definizione appropriata: la qual cosa, tuttavia, non ci esime dal provarci: per quanto il nostro linguaggio abbia dei limiti strutturali, infatti, possiamo comunque avvalerci degli strumenti che ci mette a disposizione.
A riguardo della natura, possiamo constatare che gli antichi hanno inteso diversi significati, ma tutti a loro modo "parziali": volendo farne una cernita, ne riporto tre, associando ad ognuno una definizione estesa:

significato 1: con questo termine hanno inteso l'idea archetipa [forma universale] di tutte le cose, ch'? nella mente divina: il principio in virt? del quale vengono formate tutte le cose, non solo a riguardo della loro esistenza, ma anche a riguardo della loro essenza, necessaria: dunque, la causa primordiale delle cose.

definizione 1: la natura ? l'attributo di ogni cosa.

Significato 2: la natura ? l'essenza particolare di ogni cosa.

Definizione 2: la natura ? la forma particolare di una cosa "per differenza specifica" [propria differentia; qui dovresti conoscere quantomeno la logica aristotelica :)]. Perci? diciamo che "per natura" i pesi cadono, i corpi leggeri salgono ecc. ecc.

Significato 3: La natura ? il "fuoco creatore", un'energia che, sprigionandosi, crea le cose. I fisici, infatti, asseriscono che tutte le cose s'originano dal caldo e dall'umido. Virgilio chiama l'Oceano "padre" e Valerio Sorano, in un verso, dice di Giove, assimilandolo al fuoco: "Giove onnipotente, creatore?".

Saluti.
  Traduzione Didascalicon
      Re: Traduzione Didascalicon
 

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