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Mittente:
bukowski
Re: versioni SENECA   stampa
Data:
11/03/2003 0.52.32




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UOMINI E FORMICHE

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RIFLESSIONE SUL TEMPO

16 L'animale percepisce coi sensi la realt? che lo circonda; e del passato si ricorda quando si imbatte in qualcosa che stimola i suoi sensi, cos? il cavallo ricorda la strada quando lo portano dove comincia. Nella stalla, invece, non ha nessun ricordo della strada anche se l'ha percorsa spesso. La terza dimensione temporale, cio? il futuro, non ha importanza per le bestie. 17 Come, dunque, pu? ritenersi perfetta la loro natura se non hanno una perfetta nozione del tempo? Il tempo consta di tre parti, passato, presente, futuro. Gli animali hanno solo la nozione della parte pi? breve e fugace, il presente: del passato hanno un vago ricordo e solo l'impatto col presente glielo richiama alla memoria.

[Seneca, Lettere a Lucilio, 124 passim; fonte: www.bibliomania.it ]


LODE DELLA MODERAZIONE

4 Un animo grande disprezza la grandezza e preferisce la moderazione agli eccessi; quella ? utile e vitale, questi, invece, nuocciono, proprio perch? sono superflui. Un'eccessiva fertilit? danneggia le messi; i rami si spezzano per il peso; una soverchia fecondit? non arriva alla maturazione. Cos? capita anche allo spirito: una prosperit? smodata lo fiacca e diventa dannosa non soltanto per gli altri, ma anche per lui stesso. 5 Nessuno ? stato oltraggiato tanto da un nemico quanto certi uomini dai propri piaceri. La loro sfrenatezza e la loro insana libidine pu? essere perdonabile solo perch? quello che hanno fatto ricade su di loro. E questa follia li tortura a ragione; i desideri che superano i confini naturali sfociano inevitabilmente nella dismisura: la natura ha un suo limite, mentre i desideri vani e scaturiti dalla libidine non ne hanno. 6 L'utilit? d? la misura del necessario: ma il superfluo in che modo si pu? misurarlo?

[Seneca, Lettere a Lucilio, 39 passim; fonte: www.bibliomania.it ]

IL TAEDIUM VITAE

Questo trae origine dall'incostanza dell'animo e da desideri timidi o poco fortunati, laddove gli uomini o non osano quanto vogliono o non lo ottengono e sono tutti protesi nella speranza; sono sempre instabili e mutevoli, il che ? inevitabile succeda a chi sta con l'animo in sospeso. Tendono con ogni mezzo al soddisfacimento dei loro desideri, e si addestrano e si costringono a obiettivi disonorevoli d ardui, e quando la loro fatica ? priva di premio, li tormenta il disonore che non ha dato frutto, n? si rammaricano di aver teso a obiettivi ingiusti, ma di averlo fatto invano. 8. Allora li prende sia il pentimento di quello che hanno intrapreso sia il timore di intraprendere altro e s'insinua in loro quell'irrequietezza dell'animo che non trova vie d'uscita, poich? non possono n? dominare i loro desideri n? assecondarli, e l'irresolutezza di una vita che non riesce a realizzarsi e l'inerzia dell'animo che s'intorpidisce tra desideri frustrati.

[Seneca, La tranquillit? dell'animo, II passim; fonte: www.latinovivo.com ]

NON FARTI PRENDERE DALL'IRA

Non vuoi essere irascibile? non essere curioso. Chi indaga su ci? che ? stato detto contro di lui, chi i discorsi malevoli, anche se sono stati tenuti a quattr'occhi, li scava fuori, da solo si mette in inquietudine. Certe cose, l'interpretazione le porta al punto che sembrino ingiurie: pertanto, alcune cose bisogna rimandarle, altre deriderle, altre condonarle. 2. Bisogna ingannarla in altri modi, l'ira; la maggior parte dei motivi sia volta al divertimento e allo scherzo. Di Socrate, raccontano che, colpito da un pugno, non abbia detto altro se non: "? spiacevole che gli uomini non sappiano quando debbono uscire con l'elmo". 3. Non in che modo sia stata fatta l'ingiuria importa, ma in che modo sia stata sopportata.

[Seneca, L'ira, III, 11, trad. Viansino]


GLADIATORI

Verso mezzogiorno sono capitato per caso a uno spettacolo; mi attendevo qualche scenetta comica, qualche battuta spiritosa, un momento di distensione che desse pace agli occhi dopo tanto sangue. Tutto al contrario: di fronte a questi i combattimenti precedenti erano atti di piet?; ora niente pi? scherzi, ma veri e propri omicidi. I gladiatori non hanno nulla con cui proteggersi; tutto il corpo ? esposto ai colpi e questi non vanno mai a vuoto. 4 La gente per lo pi? preferisce tali spettacoli alle coppie normali di gladiatori o a quelle su richiesta del popolo. E perch? no? Non hanno elmo n? scudo contro la lama. Perch? schermi protettivi? Perch? virtuosismi? Tutto ci? ritarda la morte. Al mattino gli uomini sono gettati in pasto ai leoni e agli orsi, al pomeriggio ai loro spettatori. Chiedono che gli assassini siano gettati in pasto ad altri assassini e tengono in serbo il vincitore per un'altra strage; il risultato ultimo per chi combatte ? la morte.

[Seneca, Lettere a Lucilio, 7 passim; fonte: www.bibliomania.it ]

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      Re: versioni SENECA
 

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