Data:
25/03/2003 16.38.20
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Cicerone, Lettere ai familiari, IX, 23
Caro Peto, sono arrivato ieri nella (mia) villa di Cuma; domani, probabilmente, (sar?) da te. Ma quando lo sapr? per certo, te ne informer? con leggero anticipo [paulo ante], anche se M(arco) Cepario ? quando m?? venuto incontro nella Selva Gallinaria ? alla mia domanda su cosa tu stessi facendo, mi rispose ch?eri a letto, sofferente ai piedi [lett. perch? soffrivi?]. Ovviamente, appresi (la notizia) con dispiacere, e non poteva essere altrimenti [lett. ut debui, come fu per me d?obbligo]; tuttavia, mi ripromisi [constitui] di venire a trovarti, per farti visita e anche per pranzare (con te). Non credo, del resto, che tu abbia anche il cuoco artritico! E allora, mettiti in attesa di un ospite tanto [cum?] poco vorace, quanto [? tum] negato per [lett. nemico dei] i pranzi sontuosi (come io sono).
Trad. Bukowski
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