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bukowski
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Re: Cicero
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Data:
05/04/2003 0.50.48
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T?invito, per la prossima volta, a non esagerare nelle richieste e ad attenerti alla netiquette, se non vuoi essere plonkato. Saluti.
Cicerone, Verrine, II, 4, 72 passim
Ita sese in ea provincia per triennium gessit ut ab isto non solum hominibus verum etiam dis immortalibus bellum indictum putaretur. Segesta est oppidum pervetus in Sicilia, iudices, quod ab Aenea fugiente a Troia atque in haec loca veniente conditum esse demonstrant. Itaque Segestani non solum perpetua societate atque amicitia, verum etiam cognatione se cum populo Romano coniunctos esse arbitrantur. Hoc quondam oppidum, cum illa civitas cum Poenis suo nomine ac sua sponte bellaret, a Carthaginiensibus vi captum atque deletum est, omniaque quae ornamento urbi esse possent Carthaginem sunt ex illo loco deportata. Fuit apud Segestanos ex aere Dianae simulacrum, cum summa atque antiquissima praeditum religione tum singulari opere artificioque perfectum. Hoc translatum Carthaginem locum tantum hominesque mutarat, religionem quidem pristinam conservabat; nam propter eximiam pulchritudinem etiam hostibus digna quam sanctissime colerent videbatur.
In quella provincia, per tre anni, (egli) [si tratta, ? lecito supporre, di Verre] si comport? [gessit sese; raddoppiamento di ?se?] in modo tale da [ita? ut?] fornire l?impressione [putatetur, essere creduto (aver?)] d?aver dichiarato guerra [lett. al passivo: che da costui (fu) dichiarata?] non solo al genere umano, ma anche agli d?i immortali. O giudici, in Sicilia si trova una citt? molto antica ? Segesta ? che, si dice [demostrant; in realt? ha valore impersonale], venne fondata da Enea, il quale ? fuggendo da Troia [nota l?apparente violazione dell?abl. sempl. moto da luogo, per citt?; evidentemente, non si vuole indicare la citt?, ma l?intera regione] ? giunse (appunto) in questi luoghi. Per questo motivo, gli abitanti di Segesta si ritengono in affinit? [esse coniunctos] col popolo di Roma non solo in nome di un?alleanza e di un?amicizia [amicitia] di lunga durata, ma anche per comune discendenza [cognatione; oggi, le due citt? si direbbero ?gemellate?]. Un tempo ? (ovvero) quando la (sua) popolazione combatteva una (sua) guerra punica ?privata? [suo nomine ac sua sponte; vuol dire, distinta da quella che combatt? Roma] ? questa citt? venne presa con la forza e rasa al suolo dai Cartaginesi, e tutto ci? che potesse essere d?ornamento alla citt? [costr. doppio dativo, finale (ornamento) e vantaggio (urbi)] venne trafugato da l? [ex illo loco] a Cartagine. A Segeste c?era [fuit, indica compiutezza] (ad esempio) una statua bronzea di Diana, non solo [cum?] oggetto di somma e radicatissima venerazione, ma anche [? tum] pregiatissima [perfectum] per la sua splendida e raffinata manifattura [singulari opere artificioque]. Una volta portata a Cartagine, (la statua) aveva mutato [mutarat = mutaverat] soltanto luogo ed accoliti [lett. uomini], ma in realt? conservava l?antica venerazione; in effetti, data la sua straordinaria bellezza, anche ai nemici sembrava degna di profondissima adorazione.
Trad. Bukowski
Cicerone, Verrine, II, 4, 74-75 passim
[74] Illo tempore Segestanis maxima cum cura haec ipsa Diana, de qua dicimus, redditur; reportatur Segestam; in suis antiquis sedibus summa cum gratulatione civium et laetitia reponitur. Haec erat posita Segestae sane excelsa in basi, in qua grandibus litteris P. Africani nomen erat incisum eumque Carthagine capta restituisse perscriptum. Colebatur a civibus, ab omnibus advenis visebatur; cum quaestor essem, nihil mihi ab illis est demonstratum prius. Erat admodum amplum et excelsum signum cum stola; verum tamen inerat in illa magnitudine aetas atque habitus virginalis; sagittae pendebant ab umero, sinistra manu retinebat arcum, dextra ardentem facem praeferebat. [75] Hanc cum iste sacrorum omnium et religionum hostis praedoque vidisset, quasi illa ipsa face percussus esset, ita flagrare cupiditate atque amentia coepit; imperat magistratibus ut eam demoliantur et sibi dent; nihil sibi gratius ostendit futurum.
In tale occasione, con la massima cura viene restituita ai Segestani proprio questa (statua di) Diana cui ho accennato; (essa) viene (appunto) riportata a Segesta, e ricollocata dov?era prima [reponitur? in suis antiquis sedibus], tra la gioia e gli osanna [gratulatione; la ?gratulatio? era la preghiera di giubilo rivolta agli dei] della popolazione. Questa (statua) era stata collocata, a Segesta [locativo], su un piedistallo [basi] piuttosto alto, sul quale era scolpito, a grandi lettere, il nome di P. Africano ed era minutamente riportato (su un?iscrizione il fatto che) egli [Scipione] (la) aveva restituita (a Segesta) dopo la presa di Cartagine. Era venerata dagli abitanti, e contemplata da tutti i forestieri. Quando ero questore, nulla mi venne mostrato da loro [= dai Segestani] prima (di questa statua) [= fu la prima cosa che mi fecero vedere]. Era una statua enorme, con un mantello; ciononostante, era insita ? in quella maestosit? ? l?et? e l?aspetto di una vergine. Le frecce pendevano dalla spalla, teneva un arco con la sinistra, mentre con la destra portava innanzi (a s?) una fiaccola ardente. Quando costui [Verre, evidentemente] ? nemico e predone di tutto ci? ch?? sacro e venerando ? (la) vide, quasi infiammato [percussus esset, lett. essendo stato colpito] da quella fiaccola ( che la statua portava nella destra), cominci? a bruciare per lo smodato desiderio [amentia atque cupiditate; lego l'endiadi] (di possederla). Ordina (allora) ai magistrati della citt? di rimuoverla [ut eam demoliantur] e di consegnargliela; lascia intendere che (quella statua) ? (al momento) il suo pi? grande desiderio [lett. che nulla gli ? (pi?) grato (di quella statua)].
Trad. Bukowski
Cicerone, Filippiche, III, 36
[36] Nihil est detestabilius dedecore, nihil foedius servitute. Ad decus et ad libertatem nati sumus; aut haec teneamus aut cum dignitate moriamur. Nimium diu teximus, quid sentiremus; nunc iam apertum est; omnes patefaciunt, in utramque partem quid sentiant, quid velint. Sunt impii cives, sed pro caritate rei publicae nimium multi, contra multitudinem bene sentientium admodum pauci; quorum opprimendorum di immortales incredibilem rei publicae potestatem et fortunam dederunt. Ad ea enim praesidia, quae habemus, iam accedent consules summa prudentia, virtute, concordia multos menses de populi Romani libertate commentati atque meditati. His auctoribus et ducibus, dis iuvantibus, nobis vigilantibus et multum in posterum providentibus, populo Romano consentiente erimus profecto liberi brevi tempore. Iucundiorem autem faciet libertatem servitutis recordatio.
Nulla ? pi? detestabile del disonore o pi? umiliante del servaggio. Siamo nati per la dignit? e per la libert?! (E allora) o preserviamo queste cose o moriamo con dignit? [sono cong. esortativi]! Troppo a lungo abbiamo celato [teximus ? tego] ci? che sentivamo (nel nostro intimo); ma ora ? tutto chiaro; tutti, sotto ogni rispetto [in utramque partem], manifestano i propri sentimenti e i propri desideri. Ci sono (? vero) cittadini senza scrupolo [impii], e sono davvero tanti, a dispetto dell?amor di patria, ma davvero pochi, se confrontati [contra] alla moltitudine dei (cittadini) benemeriti. Ora, gli d?i immortali hanno concesso allo Stato un?incredibile facolt? ed opportunit? di eliminarli [ovvero, di eliminare i cittadini ?cattivi?]. E infatti, alle risorse gi? in nostro possesso, s?aggiungono, per di pi?, consoli (muniti) di grande saggezza, virt? e concordia, (consoli che) ? per molti mesi ? hanno avuto un solo ed unico pensiero e progetto: la libert? del popolo romano [ho reso un po? liberamente, ma la costruzione e il senso sono chiari]. Grazie alla loro azione ed alla loro guida, col favore degli d?i, col merito della nostra sollecitudine e lungimirante [multum in posterum] previdenza, (e infine) col sostegno e consenso del popolo romano, conquisteremo di sicuro la libert?, in un lasso di tempo breve. E il ricordo della (appena trascorsa) schiavit? render? peraltro pi? gradita la (stessa) libert? (conquistata).
Trad. Bukowski
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• Cicero Re: Cicero
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