Data:
06/04/2003 16.15.34
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Capisco la fretta, ma riesci, di grazia, a scrivere una parola senza infilarci un errore?
Giustino, Epitomi, XLIII, 1 passim
Italiae cultores primi Aborigines fuere, quorum rex Saturnus tantae iustitiae fuisse dicitur, ut neque servierit quisquam sub illo neque quicquam privatae rei habuerit, sed omnia communia et indivisa omnibus fuerint, veluti unum cunctis patrimonium esset. 4 Ob cuius exempli memoriam cautum est, ut Saturnalibus exaequato omnium iure passim in conviviis servi cum dominis recumbant. 5 Itaque Italia regis nomine Saturnia appellata, et mons in quo habitabat Saturnius, in quo nunc veluti ab Iove pulso sedibus suis Saturno Capitolium est. 6 Post hunc tertio loco regnasse Faunum ferunt, sub quo Euander ab Arcadiae urbe Pallanteo in Italiam cum mediocri turba popularium venit, cui Faunus et agros et montem, quem ille postea Palatium appellavit, benigne adsignavit. 7 In huius radicibus templum Lycaeo, quem Graeci Pana, Romani Lupercum appellant, constituit; ipsum dei simulacrum nudum caprina pelle amictum est, quo habitu nunc Romae Lupercalibus decurritur. 8 Fauno uxor fuit nomine Fatua, quae adsidue divino spiritu inpleta veluti per furorem futura praemonebat. Vnde adhuc, qui inspirari solent, fatuari dicuntur. 9 Ex filia Fauni et Hercule, qui eodem tempore extincto Geryone armenta, victoriae praemia, per Italiam ducebat, stupro conceptus Latinus procreatur. 10 Quo tenente regnum Aeneas ab Ilio Troia a Graecis expugnata in Italiam venit
Sono stati [fuere = fuerunt; forma contratta] gli Aborigeni i primi abitanti d'Italia: il loro re, Saturno, fu - a quanto si dice - talmente giusto [lett. di tanta giustizia] che, sotto il suo regno [sub illo], nessuno visse in servit? e nessuno ebbe alcunch? in propriet? privata: insomma, ogni cosa era in comune a tutti, ovvero c?era comunismo di ricchezze [lett. un unico e solo ?patrimonio? per tutti]. A ricordo di tale precedente [exempli; opp. consuetudine], si stabil? che [cautum est, ut ? caveo] durante i Saturnali [feste, appunto, in onore di Saturno], abbattute le barriere sociali [lett. reso uguale il diritto di tutti], nei banchetti i servi siedano [lett. si corichino; i romani mangiavano sdraiati sui triclini] accanto ai [lett. con i] padroni, senza distinzione [passim]. Dunque, l'Italia venne detta "Saturnia", dal nome del re, e il colle, su cui Saturno risiedeva, (venne detto) "Saturnio", che oggi corrisponde al Campidoglio [lett. dove ora ??], dopo che Saturno fu spodestato [pulso (pello) suis sedibus; cacciato dalle?] da Giove. Dopo costui, si dice avesse regnato Fauno: e siamo a tre [dopo Saturno e Giove; lett. in terzo luogo]. Durante il suo regno [sub quo, sotto il quale], Evandro - (proveniente) da Pallanteo, citt? dell'Arcadia - giunse in Italia insieme con uno sparuto s?guito di concittadini: a lui Fauno concesse di grazia [benigne] dei territori da coltivare [agros] e un colle, ch'egli poi chiam? "Palatino". Alle falde di questo (colle), Evandro fece innalzare un tempio in onore di Liceo [dat. vantaggio]: (dio) che i Greci chiamano "Pan" ["Pana", acc. con desinenza greca], i Romani "Luperco". La discinta immagine del dio venne ricoperta [amictum est ? amicio] con una pelle caprina; al giorno d?oggi [nunc], durante le feste dei Lupercali, si scorrazza (appunto) con tale travestimento. Fauno ebbe una moglie ? Fatua il suo nome ? la quale, invasata da spirito divino, aveva facolt? divinatorie [praemonebat futura], per una sorta di [veluti] ?furore? (profetico); da tale particolarit?, ad oggi, quelli che sono colti da (divina) ispirazione vengono detti ?fatuati? [da Fatua, appunto]. Dall?unione, non consensuale [stupro], tra la figlia di Fauno ed Ercole ? che, nel frattempo, ucciso Gerione, conduceva attraverso l?Italia gli armenti, premio della vittoria ? nacque Latino. Durante il regno di quest?ultimo, Enea, da Ilio ? dopo che Troia era stata espugnata dai Greci ? giunse in Italia.
Trad. Bukowski
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