Data:
14/04/2003 18.40.57
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Cicerone, Tuscolane, I, 2-3 passim
L?onore (che ne consegue) ? uno stimolo per (il progresso del)le arti [lett. l?onore alimenta le arti], e tutti si applicano negli studi per (il desiderio di) gloria, mentre quelle (attivit?) che da ciascuno vengono disdegnate [ovvero, non raggiungono ?popolarit??], restano trascurate [iacent] per sempre. I Greci ritenevano che la perfetta educazione consisteva nel [(esse) sitam in] (modulare) i suoni delle voci e delle corde [= nel saper cantare e suonare]. Si dice che anche Epaminonda ? il massimo esponente [perinceps] della grecit?, a mio giudizio - sapeva suonare benissimo la cetra; e Temistocle, alcuni anni prima [rispetto ad Epaminonda], poich? aveva rifiutato (di suonare) la lira a un convito, si guadagn? la fama di [habitus est, fu considerato] (essere) piuttosto ignorante [comp. assoluto]. E dunque, in Grecia, ci fu un fiorire di musici: tutti la [la musica, s?intende] imparavano, mentre chi la ignorava era ritenuto (possedere) insufficiente cultura. Presso di loro [i Greci, appunto] (anche) la geometria fu tenuta in grandissima considerazione, cosicch? (presso di loro) nulla (era) pi? illustre quanto i matematici. Aristotele ? uomo di grande ingegno, scienza e facondia [copia] ? spinto dalla gloria del retore Isocrate [ovvero, che aveva ottenuta il?], prese ad insegnare ai giovani la retorica [artem dicendi; ?doceo? regge doppio acc.] e l?arte di coniugare la saggezza [?prudentiam?, e dunque, la filosofia] con l?eloquenza.
Trad. Bukowski
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