Data:
16/04/2003 5.04.49
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Non presenta notevoli modifike, presenta tua notevole pigrizia.
Si tramanda che la Sicilia venne dapprincipio chiamata ?Trinacria?, in seguito ?Sicania?. Anticamente vi spadroneggiavano i Ciclopi, ma ? dopo che Apollo li ebbe uccisi ? divenne re dell?isola Cocalo. Successivamente, ogni singola citt? pass? nelle mani di un suo proprio tiranno, tra i quali (tiranni) [partitivo] (almeno) Anasilao ebbe (una certa) rinomanza [lett. fu insigne]. Costui si mostr? sempre giusto, e la sua indulgenza fu apprezzata molto [?magni? ? genitivo di stima]. Sul punto di morire [?moriturus?, perifrastico], il tiranno affid? i figli, ancora piccoli, al tutore Micalo [lett. i termini sono ribaltati], un servo di provata probit?. E tale fu (effettivamente) il ricordo dei suoi propri meriti [di Anasilao, s?intende] presso tutti (i suoi sudditi), ch?essi ben volentieri preferirono [praetulerint ? praefero] essere sottomessi [parere] ad un servo piuttosto che detronizzare [lett. abbandonare] i figli del defunto tiranno. E cos?, avvenne che [suppongo ?evenit ut?] cittadini liberi, dimentichi del proprio alto rango [?dignitatis?; obliviscor regge gen. ?di memoria?] accettarono che il (proprio) regno fosse governato da un servo. Quando poi i Cartaginesi presero risoluzione d?occupare la Sicilia, furono costretti a combattere per lungo tempo contro i Tiranni delle varie citt? dell?isola.
Trad. Bukowski
http://www.progettovidio.it/forum2/re...
E proprio di un animo nobile [magni; genitivo di pertinenza] dimenticare le ingiurie (sub?te), anche gravissime. Cesare, tornato a Roma [?mam?? suppongo ?Romam?] dalla Gallia ? che aveva soggiogato grazie alla (sua) pervicacia [vi annorum, forza degli anni, del tempo] ed alla sua esperienza bellica [peritia rei militaris] ? si mostr? indulgente [ignovit] nei confronti di tutti i propri nemici privati [inimicis]; come nel caso di Calvo e Catullo [i neoteroi], che con epigrammi l?avevano dileggiato, cos? nel caso di tutti quelli che, parteggiando per Pompeo [?Pomo??; ?Pompeio? suppongo ], avevano impugnato le armi contro di lui. La qual cosa, come attesta Cicerone, guadagn? a Cesare immenso [suppongo ?maximum?] rispetto (da parte dei suoi concittadini). N? merita minor lode l?imperatore Vespasiano, il quale anch?egli esercit?, sempre [adsidue], la facolt? del perdono e? [qui ci sono inesattezze di digitazione]. Infatti, offr? alla figlia di Vitellio, suo acerrimo [suppongo] nemico, una ricchissima dote e don? in premio, ad un suo proprio servitore, 2 mila sesterzi. [qui ci sono inesattezze di digitazione]. Tuttavia, l?esperienza di governo [lett. dello Stato] insegna che talora un?eccessiva indulgenza pu? essere controproducente [lett. pu? apportare danni].
Trad. Bukowski
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