Data:
16/04/2003 16.47.04
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Cicerone - Post reditum in senatu - 33
[33] Duae partes esse in re publica cum putarentur, altera me deposcere propter inimicitias, altera timide defendere propter suspicionem caedis putabatur. qui autem me deposcere videbantur, in hoc auxerunt dimicationis metum, quod numquam infitiando suspicionem hominum curamque minuerunt. qua re cum viderem senatum ducibus orbatum, me a magistratibus partim oppugnatum, partim proditum, partim derelictum, servos simulatione collegiorum nominatim esse conscriptos, copias omnis Catilinae paene isdem ducibus ad spem caedis et incendiorum esse revocatas, equites Romanos proscriptionis, municipia vastitatis, omnis caedis metu esse permotos, potui, potui, patres conscripti, multis auctoribus fortissimis viris me vi armisque defendere, nec mihi ipsi ille animus idem meus vobis non incognitus defuit. sed videbam, si vicissem praesentem adversarium, nimium multos mihi alios esse vincendos; si victus essem, multis bonis et pro me et mecum etiam post me esse pereundum, tribuniciique sanguinis ultores esse praesentis, meae mortis poenas iudicio et posteritati reservari.
Nella repubblica due fazioni si profilavano: l?una, a quanto pare, che voleva la mia morte [lett. era ritenuta volere?; ?deposcere aliquem?, in senso assoluto, vuol dire questo], a causa dell?odio (che nutriva nei miei confronti) [si tratta degli strascichi catilinari], l?altra che prendeva le mie difese, (ma) senza convinzione [timide], dato che presagiva uno scontro mortale [propter suspicionem caedis]. Inoltre, coloro che davano mostra di volermi morto esasperavano [auxerunt, perf. perch? l?azione ? puntuale e conclusa], sotto questo rispetto [in hoc], il timore di uno scontro, poich? mai cercarono di smorzare [minuerunt] il sospetto e la preoccupazione dei cittadini [lett. uomini] ritrattando (i propri malevoli propositi). Per la qual cosa, quando mi resi conto che [qui s?inizia una lunga elencazione]
(1) il senato era (oramai) stato privato dei suoi rappresentanti pi? illustri [ducibus; oggi si direbbe ?leader?]; (2) io ero fatto vittima, da un lato, di attacchi, dall?altro di tradimenti, dall?altro ancora di ?derelizione? da parte dei magistrati; (3) venivano arruolati nominalmente servi, sotto il pretesto di censire/istituire corporazioni; (4) tutte le truppe di Catilina, praticamente sotto gli stessi capibanda, riacquistavano speranza di mettere a ferro e fuoco (la compagine statale); (5) i cavalieri romani e i municipi tremavano per il timore, rispettivamente, d?essere proscritti e devastati ? (insomma) tutti erano presi dal timore di uno scontro mortale;
(quando mi resi conto di ci?, dicevo) io avrei ben potuto ? (ripeto) avrei ben potuto [anadiplosi, d?efficacia retorica] ? o Senatori, difendermi con la forza delle armi [uniamo l?endiadi], seguendo (del resto) il consiglio di molti [?multis auctoribus?; ? un abl. assoluto] tra gli uomini pi? valorosi e coraggiosi (di allora). N? mi mancava [perf. perch? l?azione ? puntuale e conclusa] la mia tipica risolutezza [ille animus idem] che avete avuto modo (in altre occasioni) di conoscere. Eppure, mi rendevo (altres?) conto che se avessi sconfitto il (mio) nemico d?allora [praesentem, attuale al tempo in cui avvenivano quei fattacci], sarei stato costretto a sconfiggerne (in seguito) molti altri, troppi; (al contrario,) se ne fossi stato sconfitto, molti (cittadini) onesti sarebbero giocoforza andati incontro la morte per causa mia, accompagnandomi, ma anche seguendomi (nella stessa). (Mi rendevo infine conto) che i vendicatori del sangue versato dai tribuni erano pronti e risoluti, e che il risarcimento di (una) mia (eventuale) morte era riservato (piuttosto) al giudizio della posterit? [leghiamo l?endiadi].
Trad. Bukowski
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