Data:
25/04/2003 23.38.23
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E? un adattamento da Cicerone, Repubblica, II, 7
Dopo aver fondato la citt?, che dispose si chiamasse Roma dal proprio nome, Romolo - per rafforzare la compagine statale [civitatem], e per consolidare la forza e la potenza [opes] del proprio regno, ricorse ad [secutus est ? sequor] un insolito [novum quoddam] espediente [consilium]. Infatti, dopo aver ordinato la celebrazione, nel Circo, dei Consualia [ovvero, feste in onore del dio Conso], giochi/feste anniversarie [l?anniversario era appunto riferito alla fondazione di Roma; qui, nello specifico, celebranti il primo anno della fondazione], ordin? che fossero rapite ? da alcuni rampolli romani ? le nobili [ortas honesto loco] vergini sabine venute a Roma per i giochi [gratia ludorum; costruzione idiomatica ?gratia? + gen.] e che fossero unite in matrimonio (con uomini) delle pi? nobili [amplissimarum] famiglie. Per questa ragione, avendo i Sabini mosso guerra ai Romani ed essendo stato vario e dubbio l'esito, Romolo stipul? un trattato con Tito Tazio, il re dei Sabini, per intercessione delle stesse donne [matronis ipsis? orantibus] ch'erano state rapite. In base a tale trattato, (Romolo) ? da un lato [et?] ? ammise nella citt? i Sabini, perch? partecipassero ai culti sacri (dei Romani); dall?altro [? et], divise il proprio regno col loro re [= si associ? nel regno il loro re].
Trad. Bukowski
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