Data:
27/04/2003 16.11.26
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Maggiore accuratezza nella digitazione del testo latino, pls.
Plinio il Giovane, Lettere, I 10 passim e con modifiche.
Eufrate, filosofo siriaco [suppongo ?Syrius?], discute in modo sottile, profondo e facondo; sovente, attira a s? [allicit] i discepoli grazie a quella inconfondibile [illa, quella famosa, proprio quella] elevatezza [sublimitate] (di espressione, che ? tipicamente) platonica. Il (suo) parlare [mmmiiii? che ?? ffli??] ? ricco e vario: suadente al principio, poi ? per cos? dire ? diventa pi? ?martellante? [durior], tal che seduce e trascina anche i ritrosi [repugnantes]. Si aggiunge a ci? la prestanza fisica, l?aspetto nobile, la capigliatura folta, la barba fluente e canuta (che lo contraddistinguono); le quali cose, per quanto siano da ritenersi causali e di poco conto [inania], (tuttavia) rendono costui [Eufrate, appunto] degno [regge abl.] di massima venerazione [suppongo ??atio??]. Nel suo modo di vestire [cultu] non c?? alcuna rozzezza [horror], alcuna durezza, ma di certo una grande seriet? morale [multum severitatis]. Massima ? la purezza [sanctitas] della sua vita, n? [suppongo ?nec?] (ad essa) viene meno l?affabilit?. Per la qual cosa, a tutti preme [omnium interest] prender parte le sue dotte discettazioni. Se ti capita, allora, d?imbatterti in lui, non averne timore, ma trattalo con grande rispetto. Egli infatti persegue i difetti, non gli uomini; e non punisce coloro che sbagliano: semplicemente li corregge!
Trad. Bukowski
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