Data:
29/04/2003 2.09.56
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Prefazione.
Poich? ? come afferma Tullio [Cicerone] nel prologo della Retorica [in realt? ? il De inventione] ? ?l?eloquenza, disgiunta dalla sapienza, ? di danno; la sapienza, senza l?eloquenza, ? comunque utile, seppur la massima utilit? la si ottiene con l?unione di sapienza ed eloquenza?, cadono in errore coloro che, messa da parte l?opzione che prevede utilit? senza danno, optano per ci? ch?? dannoso e per giunta non utile. Comportarsi in questo modo equivale a sciogliere il connubio tra Mercurio e Filologia, sollecitato dalla dea Virt? e dal dio Apollo e approvato dall?intero consesso divino.
[per alcuni cenni: http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegn... ] Ovvero (per usare un?altra metafora) affilare una spada per poi ?appenderla al chiodo?. Tuttavia, conosco molti individui ? ciarlatani che si fregiano del titolo di ?maestro? ? i quali non soltanto agiscono effettivamente in questo modo, ma addirittura garantiscono ad altri che agir cos? ? giusto e doveroso. Non sanno un tubo di filosofia, si vergognano ad ammetterlo, s?affannano nella ricerca di un palliativo [suppongo ?solacium?] alla propria ignoranza, e finiscono col tacciare d?inutilit? ci? che non conoscono.
Ma poich?, come afferma Terenzio,
?Non c?? da stupirsi che una zoccola agisca in modo spudorato!?
lasciando da parte la spudoratezza dei suddetti ciarlatani, m?accingo a trattare fondamenti di filosofia, sperando di far cosa utile ai lettori scrupolosi e di avvicinare ad una materia scrupolosa i pi? restii. E dunque, partendo ?dalla causa prima dell?universo, ch?? Dio?, giunger?, nella trattazione, fino all?essere umano, riservando a quest?ultimo un?ampia sezione. Accingendomi a quest?opera, premetto un?avvertenza metodologica: ogni imperfezione che in essa vi si riscontrer? ? da attribuire all?autore, ch?? un essere umano, e dunque fallibile; ma non per questo sar? da scartare anche ci? che, in quest?opera, si riscontrer? di utile. Non bisogna far di tutta l?erba un fascio [neque enim propter unum male dictum, bona vituperanda, sicut nec propter bene dictum, mala laudanda]. Capita, a volte, che Tersite ? sveglio e Ulisse dorma [come dire: il sonno della ragione, talora, genera mostri; Tersite era un essere deforme]. O, per dirla con Orazio:
?In un?opera lunga, ? comprensibile che ci si appisoli?.
E allora, passo a trattar di filosofia, a partire dalla definizione della filosofia stessa.
XX Definizione di ?essere ?mico?.
Il terzo ordine di essere (angelico), allocato nella porzione umida dell?atmosfera, risponde a questa definizione: essere ??mico?, razionale, immortale, passibile [ovvero, che prova passioni], il cui compito ? tentare l?uomo al male, inficiarne l?umilt?, foriera del premio celeste, con la superbia.
[Ma sul tema dell? ?umidit?? visiona quest?interessante pagina: http://www.similia.it/agg/lezione1/l1... ]
L?essere ?mico ? pieno di lussuria, tanto che talora s?accoppia con femmine umane e prolifica. Questo genere di demoni ? detti ?incubi?, da ?incubare?, giacere sopra ? differiscono dagli altri demoni per il fatto che i primi due ordini son detti ?calodemoni? ? demoni benigni, dal greco ?conoscitori del bene (calos)? [= angeli] ? essi invece son detti ?cacodemoni? ? demoni maligni, dal greco ?conoscitori del male (cacos)? [= diavoli]. [definizioni valide in filosofia almeno fino a Baumgarten http://web.tiscali.it/no-redirect-tis... ; Kant se ne faceva risate, a leggerlo :)]
Non impressionarti per il fatto che e per gli uni e per gli altri s?utilizzi il termine ?demoni?, come a dire ?saggi?, ovvero per entrambi s?utilizzi l?appellativo ?angelo?: gli uni sono angeli buoni, gli altri cattivi [= angeli ?caduti?]. L?uomo ? ovvero l?essere razionale e mortale ? abita la zona inferiore dell?universo, cio? la Terra. Ma parler? dell?essere umano nell?apposita sezione dell?opera.
Trad. Bukowski
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