Data:
07/05/2003 21.35.38
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Caro Paolo, ti voglio bene, ma non incalzarmi troppo e spesso con traduzioni. La netiquette vale anche per te. Saluti.
Gli elementi.
Fin qui, ho trattato delle entit? che esistono ma che non sono percepibili alla vista; passo ora a trattare delle entit? che esistono ed altres? son percepibili. Ma, prima d?iniziare la dissertazione, permettetemi una premessa giustificatoria: se, parlando delle entit? visibili, m?atterr? ad argomentazioni probabili e non necessarie dal punto di vista logico, o viceversa, perdonatemi: come filosofo, infatti, talora m?attengo alla necessit? logica, per quanto non probabile, viceversa come fisico. Ciononostante, a voi il giudizio se qualcuno, tra i moderni, abbia trattato questo stesso argomento con pi? verosimiglianza. E allora, passo a trattare delle entit? che esistono e che son visibili: ora, poich? esse hanno natura corporea, e tutti i corpi constano di elementi, comincio proprio dagli elementi, approntando una definizione di ?elemento?, spiegando perch? essi siano 4 e non in numero inferiore, che cosa s?intenda per chaos primordiale e cosa esso abbia comportato come risultato.
Per elemento, dunque, s?intende ? seguendo l?assunto di Costantino (Africano) nel ?Pantegni? ? la parte ?semplice? e ?minimale? di ogni corpo, semplice in relazione alla qualit?, minimale in relazione alla quantit?; eccone un?icastica definizione: ?l?elemento ? la parte semplice?, vale a dire ?omogenea? [cuius non sunt contrariae qualitates]. Per scongiurare poi il fatto che ogni corpo viene inteso possedere elementi costitutivi ? ossa e simili ? s?integra a ?semplice? la specificazione ?minimale?, a voler significare che l?elemento ? quella particella di un corpo che a sua volta non consta di parti [ovvero, ? il costituente ?ultimo?]. E? calzante l?esempio delle lettere dell?alfabeto: esse compongono le sillabe, ma a loro volta non son scomponibili [sono appunto gli elementi ultimi delle parole: si tratta, come saprai, di un esempio ?classico? di tutte le teorie atomistiche ed ?elementari?]. Il succitato Costantino ? convinto, inoltre, che gli ?umori? costino dei 4 elementi, e che di umori constino tanto le ?omeomerie? [il concetto ? anassagoreo], ovvero particelle simili ? di carne, di ossa [Anassagora credeva, cio?, che ogni corpo, o meglio ogni elemento di un corpo (ad es. la carne) si componesse di piccole parti omogenee (particelle infinitesimali di carne, ad es.)], quanto le parti organiche, ovvero articolazioni adibite ad uno scopo [officiales] ? come mani, piedi etc?; e che il corpo umano si componga di entrambi. Dunque, a suo parere, nessuno di quei quattro elementi ? terra, acqua, aria, fuoco ? che tali sono reputati, ? in realt? un vero e proprio ?elemento?, dato che nessuno d?essi rispetta la condizione d?essere semplice in relazione alla qualit? e minimale in relazione alla quantit?. In effetti, ad esempio, nell?elemento ?terra? convivono apporti di caldo, freddo, secco ed umido. La qual cosa ? risaputa anche da cani e porci [lett. da cisposi e barbieri], e dunque m?astengo dal dimostrarla; non conviene, del resto, indugiare nella dimostrazione di verit? o falsit? lapalissiane e conclamate, ma riservare tale dimostrazione solo per questioni che presentino una qualche problematicit?. Tornando a prima, l?elemento ?terra? non ? semplice in relazione alla qualit? e minimale in relazione alla quantit?, visto che appunto consta, a sua volta, di tante parti quant?? lo stesso novero degli elementi in cui essa rientrerebbe. Non si parli, allora, per essa di ?elemento?. Stesso discorso per l?acqua, l?aria e il fuoco. Insomma, gli elementi sono particelle semplici e minimali, di cui constano appunto i 4 suddetti [acqua, terra?]. Elementi non discernibili ad occhio nudo, ma con procedimento di divisione razionale: facendo un esempio concreto e figurato: il corpo umano si divide in parti organiche ? ad es. mani etc ? queste in omemomerie ? ovvero, parti simili, ovvero in particelle di carne, di osso etc ? le omeomerie in umori ? umor melanconico etc. ? gli umori in elementi, vale a dire in particelle appunto semplici e minimali. Tale procedimento di divisione ? possibile metterlo in pratica fattivamente soltanto per il segmento che va dal corpo alle omeomerie; il secondo segmento di divisione ? dalle omeomerie agli elementi ? ? possibile attuarlo esclusivamente avvalendosi della facolt? intellettiva e cogitativa, dato che ? come afferma Boezio nel suo commento a Porfirio ? ?l?intelletto ha una potente facolt?: dividere ci? ch?? unito, unire ci? ch?? diviso?.
Trad. Bukowski
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