Data:
13/05/2003 17.08.30
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Era gi? accessibilissima #@!
Non lo presenter?: ci? si discosta dal mio carattere. Tuttavia ti far? capire cosa pensano di te costoro. Vattene dalla citt?, Catilina! Libera lo Stato dal terrore! Se (non) aspetti (che) questa parola, parti in esilio! E allora, Catilina? Non vedi, non ti accorgi del loro silenzio? Sopportano, tacciono. Perch? attendi la conferma della parola [lett. di coloro che parlano], (quando) ti ? chiaro il significato del loro silenzio [lett. quando comprendi il loro silenzio]? Se io avessi rivolto le stesse parole [hoc idem] a un giovane perbene [optimo] come Publio Sestio, qui presente [huic, lett. a costui], o a un uomo cos? valoroso come Marco Marcello, il Senato, a buon ragione [iure optimo], mi avrebbe subito attaccato [intulisset manus et?, assalito con la forza [? manus mihi], bench? sia console, anche in un luogo sacro come questo [hoc ipso in templo]. Ma nel tuo caso, Catilina, la loro calma ? un'approvazione [lett. mentre son calmi, approvano, e cos? via], la loro sopportazione un giudizio, il loro silenzio un grido. N? (si comportano cos?) solo costoro [i sentori, appunto], la cui autorit? ti ? certamente cara, ma della cui vita non hai il minimo rispetto, ma anche i cavalieri, uomini del massimo onore e valore, e tutti gli altri coraggiosi cittadini che circondano il Senato, dei quali hai potuto vedere la folta folla [frequentiam], capirne le intenzioni e, poco fa, udirne le voci. A stento trattengo da te le loro mani e le loro armi, ma facilmente li convincerei ad accompagnarti sino alle porte della citt? se ti decidessi a lasciare [lett. (te che lasci)] questi luoghi che da tempo vuoi distruggere.
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