Data:
14/05/2003 17.28.19
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Ehm? si tratta di LattAnzio ;)
Due sono i sentieri attraverso i quali l?umana esistenza giocoforza procede: il primo conduce al cielo, il secondo fa sprofondare all?inferno. I quali (sentieri) e i poeti nei propri carmi e i filosofi nelle proprie elucubrazioni hanno rappresentato. Anzi, taluni filosofi hanno affermato [voluerunt] che il primo ? (il sentiero) della Virt? [lett. pl., ma sta per l?astratto, come per i seguenti], il secondo del Vizio, e che il sentiero destinato alla Virt? all?inizio [primo aditu] si presenta arduo ed aspro; (tuttavia, essi sostengono che) se qualcuno, (procedendo) su di esso, riesce a raggiungerne la fine, dopo aver superata (qualsivoglia) difficolt? (iniziale), si trova poi davanti [de cetero, cio? da allora in poi] la strada spianata, un paradiso [campum] pieno di luce e di meraviglia, e raccoglie i frutti ubertosi e piacevoli di tutte le proprie fatiche; (i suddetti filosofi, inoltre, sostengono che) coloro che [t?ho integrato la tonda per segnalarti che l?accusativo ?eos ? apre un?altra oggettiva, retta sempre dal ?voluerunt? iniziale] invece si lasciano scoraggiare dalla difficolt? dell?inizio [lett. la costr. ? all?att.], propendono [labi ? labor] e deviano sul sentiero del Vizio, (sentiero) che, appena imboccato [primo ingressu], si presenta speciosamente [quasi] ameno e molto pi? accessibile, ma poi, appena si ? proceduti un po? pi? avanti, subito la speciosit? di quella bellezza vien meno, e il sentiero comincia a farsi invece scosceso [precipitem -?praeceps]: ora reso irto da sassi, ora celato da rovi, ora interrotto da abissi e impetuoso per via di torrenti, tal che (nell?affrontarlo) si va necessariamente incontro a fatiche, indugi, vacillamenti, cadute [ho sostantivato i verbi].
Trad. bukowski
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