Data:
19/05/2003 22.05.07
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XXII. Gli elementi [...]
Ma si obietta: ?Nessuno di quelli test? elencati ? un elemento, dato che tutti risultano, a loro volta, costituiti dai 4 elementi?; e si adduce questa prova: nella terra ? rinvenibile l?elemento acquoso: talora infatti la vediamo trasudare umidit?; ed ? rinvenibile l?elemento aereo, tanto ? vero ch?essa ? soggetta al fenomeno di evaporazione; nonch? l?elemento igneo: al tatto, la terra risulta talora calda. E cos? via, per gli altri elementi. E confortano tali prove basandosi sull?autorit? di Platone, il quale afferma: ?Visto che la terra diviene acqua, e viceversa, perch? chiamarla terra e non acqua??. A confutazione, dico quanto segue: in ognuno di tali elementi, ? vero, ? riscontrabile una ?contaminazione? degli altri, ma questa inerenza non comporta conseguenze strutturali, perch? essa ? contingente, non certo ?sostanziale? [il substratum, dunque, ch?? l?essenza, potremmo dire, o meglio il ?fondamento?, la ?sostanza? dell?ente, rimane intaccato dall? ?accidente? vd. dopo]. Faccio un esempio: la porosit? della terra comporta necessariamente infiltrazioni di acqua ed aria; la stessa posizione centrale della Terra, rispetto all?universo, e il fatto ch?essa sia cinta da un circonferenza, a raggio costante, di fuoco, rende plausibile il fatto ch?essa assorba una certa quantit? di calore. E dunque, si tratta di ?contaminazioni? contingenti , che non vanno ad inficiare la struttura e la natura della terra.
Tuttavia, lascio ad altri l?impegno di una disquisizione pi? approfondita sulla portata e la natura degli ?accidenti? [caro Paolo, ti riporto l?ottima definizione che Abbagnano d? di questo termine filosofico, che ti servir? a comprendere anche il senso di quanto tradotto finora: ?determinazione o qualit? causale o fortuita che pu? sia appartenere sia non appartenere a un soggetto determinato, essendo completamente estranea all?essenza necessaria (o sostanza) di esso?; appunto!]: io, per me, ho come obiettivo, per quest?opera, la concisione. Del resto, un maestro deve dare l?abbrivo; le conseguenze, invece, deve trarle il discepolo con la sua propria intelligenza. Tornando alle parole di Platone ? perch? chiamare terra ci? che si dissolve in acqua ? la mia opinione ? ch?egli non faccia riferimento all? ?elemento-terra?, ma solo a quella porzione che appunto si dissolve in acqua: ? ovvio che non tutto l?elemento, nella sua interezza, diviene acqua. Egli, insomma, vuol intendere che ci? che si dissolve non ? la terra, ma quell?insieme di propriet? accidentali che contribuiscono alla conformazione terrosa, e dunque solo tal parte della terra si dissolve; mentre ? ci? che rimane (dopo tale trasformazione), e che mantiene le propriet? ?genuine? e ?strutturali? [ovvero necessarie; questa ? un?integrazione, ma opportuna] della terra, ad esser detto, a buon diritto, elemento-terra. Ma su ci?, se Dio mi conceder? ancora da vivere, mi dilungher? in altra occasione.
Trad. Bukowski
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