Data:
20/05/2003 18.48.27
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Pls, pi? correttezza nella digitazione.
Giustino, Epitomi, XXIII, 4 passim con modifiche.
Tale fu la temperanza di Gerone [suppongo ?Ieronis?] ch?egli, col favore unanime [omnium *civitatium* favore], (fu) prima (scelto) quale condottiero (nella guerra) contro Cartagine, poi venne fatto re. Gi? i suoi primi anni di crescita furono presaghi della futura [suppongo ?futurae?] maest? [lett. l?allevare stesso dell?infante?]. Nato (per relazione illecita) da un?ancella, (Gerone) era stato esposto [cio?, abbandonato, perch? ripudiato], in quanto disonore della stirpe [*dehonestamentum* generis], dal padre Ieroclito, uomo di nobili natali. Ma (delle) api, raccolto del miele intorno alla sua culla [lett. intorno a lui che giaceva], nutrirono per molti giorni il neonato [parvulum], bisognoso d?umana premura [ovvero, privo delle cure dei genitori]. Per la qual cosa, il padre ? ammonito dal responso degli aruspici ? reintegr? in famiglia il piccolo Gerone e lo fece educare in prospettiva della sua futura reggenza [lett. in prospettiva del regno, che era (a lui) promesso]. (Inoltre) mentr?era a scuola, ad imparare insieme ai suoi coetanei, un lupo ? apparso improvvisamente tra i fanciulli ? gli port? via [lett. port? via a lui che stava imparando?; dat. di relazione] la tavoletta che serviva per scrivere . E inoltre, mentre, da giovinetto, affrontava le sue prime esperienze di guerra, un?aquila gli si appollai? sullo scudo, ed una nottola sull?asta [ancora relazioni; a lui che?]. Aveva un corpo perfetto, e una forza straordinaria [fuere = fuerunt; perf. latino/impf. it. azione conclusa]. Buon e convincente conversatore, us? sempre, nel regnare, temperanza ed indulgenza.
Trad. Bukowski
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