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Mittente:
bukowski
Re: agostino   stampa
Data:
21/05/2003 15.24.35




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Agostino, Confessioni, III, 4

[IV 7] Inter hos ego imbecilla tunc aetate discebam libros eloquentiae, in qua eminere cupiebam fine damnabili et uentoso per gaudia uanitatis humanae, et usitato iam discendi ordine perueneram in librum cuiusdam Ciceronis, cuius linguam fere omnes mirantur, pectus non ita. Sed liber ille ipsius exhortationem continet ad philosophiam et uocatur Hortensius. Ille uero liber mutauit affectum meum et ad te ipsum, domine, mutauit preces meas et uota ac desideria mea fecit alia. Viluit mihi repente omnis uana spes et immortalitatem sapientiae concupiscebam aestu cordis incredibili et surgere coeperam, ut ad te redirem. Non enim ad acuendam linguam, quod uidebar emere maternis mercedibus, cum agerem annum aetatis undeuicensimum iam defuncto patre ante biennium, non ergo ad acuendam linguam referebam illum librum neque mihi locutionem, sed quod loquebatur persuaserat.
[8] Quomodo ardebam, deus meus, quomodo ardebam reuolare a terrenis ad te, et nesciebam quid ageres mecum! Apud te est enim sapientia. Amor autem sapientiae nomen graecum habet philosophiam, quo me accendebant illae litterae. Sunt qui seducant per philosophiam magno et blando et honesto nomine colorantes et fucantes errores suos, et prope omnes, qui ex illis et supra temporibus tales erant, notantur in eo libro et demonstrantur, et manifestatur ibi salutifera illa admonitio spiritus tui per seruum tuum bonum et pium: Videte, ne quis uos decipiat per philosophiam et inanem seductionem secundum traditionem hominum, secundum elementa huius mundi et non secundum Christum, quia in ipso inhabitat omnis plenitudo diuinitatis corporaliter. Et ego illo tempore, scis tu, lumen cordis mei, quoniam nondum mihi haec apostolica nota erant, hoc tamen solo delectabar in illa exhortatione, quod non illam aut illam sectam, sed ipsam quaecumque esset sapientiam ut diligerem et quaererem et assequerer et tenerem atque amplexarem fortiter, excitabar sermone illo et accendebar et ardebam, et hoc solum me in tanta flagrantia refrangebat, quod nomen Christi non erat ibi, quoniam hoc nomen secundum misericordiam tuam, domine, hoc nomen saluatoris mei, filii tui, in ipso adhuc lacte matris tenerum cor meum pie biberat et alte retinebat, et quidquid sine hoc nomine fuisset quamuis litteratum et expolitum et ueridicum non me totum rapiebat.

4. 7. Fu in tale compagnia che trascorsi quell?et? ancora malferma, studiando i testi di eloquenza. Qui bramavo distinguermi, per uno scopo deplorevole e frivolo quale quello di soddisfare la vanit? umana; e fu appunto il corso normale degli studi che mi condusse al libro di un tal Cicerone, ammirato dai pi? per la lingua, non altrettanto per il cuore. Quel suo libro contiene un incitamento alla filosofia e s?intitola Ortensio. Quel libro, devo ammetterlo, mut? il mio modo di sentire, mut? le preghiere stesse che rivolgevo a te, Signore, suscit? in me nuove aspirazioni e nuovi desideri, svil? d?un tratto ai miei occhi ogni vana speranza e mi fece bramare la sapienza immortale con incredibile ardore di cuore. Cos? cominciavo ad alzarmi per tornare a te. Non usavo pi? per affilarmi la lingua, per il frutto cio? che apparentemente ottenevo con il denaro di mia madre: avevo allora diciotto anni e mio padre era morto da due; non per affilarmi la lingua dunque usavo quel libro, che mi aveva del resto conquistato non per il modo di esporre, ma per ci? che esponeva.
4. 8. Come ardevo, Dio mio, come ardevo di rivolare dalle cose terrene a te, pur ignorando cosa tu volessi fare di me. La sapienza sta presso di te, ma amore di sapienza ha un nome greco, filosofia. Del suo fuoco mi accendevo in quella lettura. Taluno seduce il prossimo mediante la filosofia, colorando e truccando con quel nome grande, fascinoso e onesto i propri errori. Ebbene, quasi tutti coloro che sia al suo tempo, sia prima agirono in tal modo, vengono bollati e denunciati in quel libro. Cos? vi ? illustrato l?ammonimento salutare che ci diede il tuo spirito per bocca del tuo servitore buono e pio: Attenti che nessuno v?inganni mediante la filosofia e la vana seduzione propria della tradizione umana, propria dei princ?pi di questo mondo, ma non propria di Cristo, perch? in Cristo sussiste tutta la pienezza della divinit? corporeamente. A quel tempo, lo sai tu, lume della mia mente, io ignoravo ancora queste parole dell?Apostolo; pure, una cosa sola bastava a incantarmi in quell?incitamento alla filosofia: le sue parole mi stimolavano, mi accendevano, m?infiammavano ad amare, a cercare, a seguire, a raggiungere, ad abbracciare vigorosamente non gi? l?una o l?altra setta filosofica, ma la sapienza in s? e per s? l? dov?era. Cos? una sola circostanza mi mortificava, entro un incendio tanto grande: l?assenza fra quelle pagine del nome di Cristo. Quel nome per tua misericordia, Signore, quel nome del salvatore mio, del Figlio tuo, nel latte stesso della madre, tenero ancora il mio cuore aveva devotamente succhiato e conservava nel suo profondo. Cos? qualsiasi opera ne mancasse, fosse pure dotta e forbita e veritiera, non poteva conquistarmi totalmente.

Fonte: www.augustinus.it
  agostino
      Re: agostino
 

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