Data:
22/05/2003 15.44.50
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Plinio il Giovane, Lettere, V, 5 passim con modifiche
Ho appena saputo [suppongo ?nuntiatum?, mi ? stato annunziato] che lo storico C. Fannio ? morto; la notizia m?ha arrecato un grande dolore, in primo luogo perch? ero molto legato [amavi, perf. perch? il fatto oramai ? compiuto] a quell?uomo distinto e facondo, in secondo luogo perch? mi valevo spesso della sua opinione. Era, infatti, acuto per natura, abile per esperienza [usu], molto risoluto per franchezza (di modi); ma, al di l? di suddette cose [ista], ? (proprio) la sua disgraziata fine [casus] ad affliggermi. E? morto, infatti, (lasciando) un vecchio testamento, nel quale ha escluso coloro ch?egli pi? amava in assoluto, beneficiando (invece) coloro con i quali era pi? in cattivi rapporti [lett. da quali era?]. La qual cosa sarebbe [lett. ?] anche tollerabile: (decisamente) pi? grave ? il fatto che egli abbia lasciato incompiuto [imperfectum] un capolavoro [pulcherrimum opus]. Infatti, bench? egli fosse sempre molto impegnato in cause forensi, stava tuttavia scrivendo [imperfetto ?durativo?] (un?opera sul)la fine di (coloro che furono) uccisi o esiliati da Nerone, ed aveva gi? portato a termine tre libri, accurati e precisi. E tanto pi? desiderava completare i (libri) restanti, quanto pi? questi (test? menzionati) venivano letti [?lectito? ? frequentativo di ?lego?]. A me, del resto, appare sempre acerba ed prematura la morte di coloro che preparano [?meditantur et parant?, praticamente sinonimi] qualcosa d?immortale.
Trad. Bukowski
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