Data:
26/05/2003 20.21.36
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Cicerone, Pro Roscio Amerino, 146-147 passim
O Crisogono, rechi oltraggio se riponi, nella fine di costui, maggior speranza di (mantenere) il tuo acquisto piuttosto che (riporla) nelle imprese compiute da L. Silla [il tono ?, evidentemente, ironico; Crisogono, un liberto di Silla, s?era appropriato dei beni di Sesto Roscio Amerino, che Cicerone sta appunto difendendo]. E se [quod si] non hai alcun motivo di desiderare [cur? velis] che questo poveraccio [Roscio] venga rovinato da cos? grande disgrazia, se egli tutto t?ha consegnato, con la sola eccezione della propria vita [praeter animam], mentre per s? non ha riservato alcunch? di quanto lasciatogli dal padre, neanche [ne? quidem] a mo? di ricordo [lett. per ricordo; costruz. causa + gen.], (ebbene), per gli d?i immortali!, che immensa crudelt? ? mai questa, che indole di tanto immane ferocia [leghiamo l?endiadi]? Quale sciacallo [rendo cos? ?praedo?] fu mai cos? tanto infame, quale pirata cos? tanto barbaro [nel senso di feroce, inumano] da preferire [ut? mallet] strappare un bottino macchiato del sangue [cruenta] (della vittima), pur potendo [?cum? concessivo] conquistare intatta la preda, senza (spargimento di) sangue? Ben sai che costui [sempre Roscio] nulla possiede, e nulla osa o pu? (fare), e nulla ha mai ordito contro di te; ciononostante, t?ostini ad attaccarlo [lett. lo attacchi], mentre non puoi (certo) temerlo, n? devi odiarlo [ovvero, non hai alcun motivo di temerlo/odiarlo], e ben ti rendi conto [vides] che nulla gli ? rimasto che tu possa pi? sottrargli.
Trad. Bukowski
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