Data:
29/05/2003 21.09.57
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Floro, Epitome, II, 34 passim
Anche i Parti, bench? si fosse consumata tragicamente la spedizione di Crasso [rapta clade Crassiana, abl. assoluto con sfumatura concessiva; si tratta del triumviro Crasso, sconfitto ed ucciso appunto dai Parti, nel 53 a.C., a Carre], quasi a (dar l?impressione di) rincrescersi per la vittoria [paenitet regge gen.] (conseguita), rinunciarono a combattere [rettulere (= rettulerunt - refero) signa], spontaneamente. E cos?, l?intero genere umano, in ogni regione del mondo, godette d?una pace, o d?un armistizio [ovvero, comunque di una fine delle ostilit?], ben saldi e duraturi [lett. ci fu ovunque? pace di tutto il genere?]. Cesare Augusto, finalmente, 700 anni dopo la fondazione di Roma [lett. l?anno 700?; ma l?indicazione deve ritenersi generica, perch? c?? un?evidente sfasatura, di almeno 20 anni, con la data convenzionale di fondazione, il 753; Augusto chiuse il tempio di Giano nel 29 (lo chiuse, poi, altre 2 volte)], fece addirittura chiudere [ausus (est - audeo) cludere] il tempio di Giano, chiuso, prima d?allora, (solo) due volte, all?epoca del re Numa e dopo la vittoria nella I guerra punica [la chiusura del tempio di Giano era ritenuta un evento eccezionale, dato ch?essa indicava l?inaugurazione di periodi di pace ritenuti di lunga durata; cosa che capit? raramente ad un popolo, come quello romano, in guerra costante]. Da qual momento [hinc] (in poi), resosi paladino della pace [lett. rivolto alla pace], (Augusto) s?impegn? a castigare [lett. castig?] lo spirito dei tempi [saeculum], che stava (pericolosamente) scivolando [fluens? pronum] verso il lusso smodato e verso ogni sorta di male, con molte leggi, rigorose e severe. Come gratitudine per tante e tali imprese, merit? il titolo di ?dittatore perpetuo? e ?padre della patria?; in Senato si dibatt? [tractatum (est)] anche sull?eventualit? [an?] d?insignirlo del titolo di ?Romolo?, in qualit? di fondatore dell?impero [lett. visto che?]. Ma sembr? pi? adatto, in quanto a sacralit? e riverenza, il titolo di Augusto, di modo che, evidentemente, gi? da allora [iam tum], (ovvero) da vivo [dum colit terras, mentre abita il mondo], fosse sacralizzato con questo titolo (divino).
Trad. Bukowski
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