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Mittente:
ptomber
Re: Traduzione DE ASTRONOMIA   stampa
Data:
05/06/2003 19.38.59




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Caro Bukowski, come complemento al De Astronomia di Caio Giulio Igino ti ho scritto alcune considerazioni riguardo la Sfera celeste.

Fin dalla pi? remota antichit? l'uomo si sofferm? a osservare il volta celeste. Senza dubbio, furono le regioni della sfera celeste che si erigevano sull'emisfero boreale ove nacquero e si diffusero le civilt? storiche del mondo, a rappresentare il primo banco di prova per la riflessione dubbiosa degli antichi sapienti. Fra le scintillanti dimore eteree del firmamento boreale, in quelle regioni di cielo, fra lo zenit e l'orizzonte settentrionale, che conoscevano l'avvicendarsi dei tramonti, i primi attenti osservatori non tardarono ha riconoscere fra le stelle, il moto del Sole, della Luna, dei pianeti. Cos? nacquero chiss? quando nella notte dei tempi, le prime mappe celesti, nelle quali le stelle furono raggruppate in costellazioni, questi "asterismi", oltre a rappresentare un sistema di riferimento, recavano con s? anche un significato magico.

La primordiale scienza del cielo, l'astronomia, al quel tempo si confondeva con l'astrologia, che cercava di predire i destini degli uomini con le strane abitudini dei pianeti. Alcuni come i Caldei, seguirono metodi aritmetici, altri metodi geometrici come gli Egiziani, ma i sistemi furono tutti imperfetti, perch? non iscritti all'osservazione dei fenomeni naturali, necessari per tale tipo d'indagine. Quindi non c'? da meravigliarsi se le civilt? antiche avevano pensato che il firmamento fosse realmente un'immensa sfera cristallina di straordinaria purezza che portava con se le stelle, il Sole, la Luna e i pianeti. Ma, fu solo al tempo di Galileo che si cominci? a capire che le stelle non erano fuochi rilucenti, semplici ornamenti, o segni cabalistici buoni per gli astrologhi, ma corpi materiali capaci di emettere luce propria, altri soli, in moto nello spazio, ma infinitamente distanti.

Infatti, se dal centro della Terra immaginiamo di proiettare nello spazio i due poli e l'equatore terrestri, otteniamo una sfera celeste, due poli e l'equatore celeste celesti. Se consideriamo la Terra immobile allora ? tutta la volta celeste che sembra ruotare attorno all'asse passante per i due poli. Per di pi? se la Terra non si muove intorno al Sole, sar? questo a descrivere in un anno un cerchio, l'eclittica, inclinato di 23? e mezzo sull'equatore celeste. Quando il Sole si trova nel punto gamma, inizia la primavera astronomica; quando giunge nel punto Cancro, ? alla massima distanza angolare al di sopra dell'equatore: inizia l'estate; quando si trova nel punto Bilancia, ha inizio l'autunno ed infine, quando occupa il punto Capricorno, alla massima distanza angolare al di sotto dell'equatore, inizia l'inverno.

Il Sole, non ? fisso tra le stelle ma descrive nel corso di un anno sulla sfera celeste un circolo massimo, l'eclittica, inclinato di 23? e mezzo sull'equatore. Ci? ? dovuto al fatto che la Terra non soltanto ruota su se stessa, ma compie in un anno un giro completo attorno al Sole e che il suo asse di rotazione ? obliquo rispetto al piano orbitale. Il ciclo di stagioni sulla Terra ? appunto una conseguenza dell'inclinazione dell'asse di rotazione sull'eclittica, la quale fa s? che per un certo periodo ? rivolto verso il Sole uno dei poli e sei mesi dopo quello opposto. Se per ipotesi l'asse di rotazione fosse perpendicolare al piano orbitale, l'eclittica sarebbe identica all'equatore, e il Sole avrebbe declinazione zero e la durata del giorno sarebbe eguale a quella della notte durante tutto l'anno e in ogni luogo della Terra, esclusi i poli, ovviamente! Cos? si realizzerebbe, il sogno di un'eterna primavera nelle zone temperate del nostro globo. Sfortunatamente per? l'obliquit? dell'eclittica rende vana questa speranza, causando al contrario, nel corso dell'anno, una variazione, luogo per luogo, sia del numero delle ore di sole, sia dell'inclinazione con cui i raggi solari, a mezzogiorno, arrivano al suolo. Sono questi due fattori, durata dell'insolazione e inclinazione dei raggi, che danno luogo al ciclo periodico delle quattro stagioni.


Cordiali saluti


P.S. Ti ringrazio per il giudizio positivo che hai dato ai miei profili della scienza ellenistica e romana.

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