Data:
14/06/2003 13.59.09
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Come saprai, dell?Iliona di Pacuvio non ? giunto il testo intero, ma solo alcuni (pochissimi) frammenti. Ti posto i pi? importanti e significativi:
L?APPARIZIONE DI DEIPILO [ottonari giambici] 197-201 Ribbeck Mater, te appello. Tu quae curam somno suspensam levas, neque te mei miseret, surge et sepeli natum... ...prius quam ferae volucresque... neu reliquias semesas sireis denudatis ossibus per terram sanie delibutas foede divexarier.
Te, madre, chiamo. Tu che mitighi l'affanno con la tregua del sonno, n? di me hai piet?, alzati e al figlio tuo d? sepoltura... prima che fiere e uccelli [lo sbranino]. Non lasciare che, messe a nudo le ossa, i miei resti semidivorati, grondanti putredine, siano turpemente trascinati a terra.
ILIONA VUOL TRATTENERE L'OMBRA DEL FIGLIO [Metro: dimetro bacchiaco e dimetro anapestico mutilo] 202 Ribbeck Age, adsta, mane, audi! Iteradum eadem ista mihi
Su, fermati, rimani, ascolta! Ripetimi ancora queste parole.
IL RACCONTO DI ILIONA [Metro: settenari trocaici] Qua tempestate Helenam Paris innuptis iunxit nuptiis ego tum gravida expletis iam fere ad pariendum mensibus, per idem tempus Polydorum Hecuba partu postremo parit.
Nel tempo in cui Paride si congiunse ad Elena con nozze illegittime, io allora ero gravida e avevo quasi compiuto i mesi per il parto; nello stesso periodo Ecuba d? alla luce Polidoro, ultimo dei suoi figli.
[Fonte: Letteratura Latina, Laterza, a cura di M. Citroni]
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