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Mittente:
bukowski
Re: domande   stampa
Data:
20/06/2003 20.09.45




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1-TACITO
Spiega l'espressione: "Gli uomini non possono sopportare n? la totale schiavit? , n? la totale libert?".

Non si tratta di una massima filosofica, ma di una valutazione che riassume la visione storico/politica di Tacito, lo storico della ?libertas perduta, ma della libertas di pochi legati al privilegio, di quell?aristocrazia oppressa ed angariata dal potere imperiale? (C. Salemme). La posizione ?media? tra ?schiavit?? e ?libert?? era, per Tacito, quella (oramai improponibile ai suoi tempi) dell?antica repubblica aristocratica di Roma, che riusciva a scongiurare appunto, da una parte, l?anarchia (totale libert?: l?istituzione politica resta comunque, come dire, una ?necessit? pragmatica? per la sopravvivenza sociale e civile degli uomini) e quello che oggi chiameremmo totalitarismo (totale schiavit?), ma che per lui aveva un altro termine: principatus.

2-TACITO Commenta l'espressione: "Lo storico deve scrivere sine ira et studio".

L?espressione (contenuta in Annali 1,1,6) corrisponde al compito che Tacito assegna alla propria operazione storiografica: scrivere di storia in modo imparziale, oggettivo, disinteressato, ovvero non emozionalmente coinvolto negli avvenimenti ("sine ira et studio", ovvero "senza risentimento e senza partigianeria"). Ma ? un compito ?ideale?, e ben presto disatteso, perch? ogni storico si fa giocoforza ?condizionare? dal proprio ?credo? politico: prendi, per fare solo nomi eclatanti, Sallustio (che nelle sue monografie esprimeva praticamente simili intenti di imparzialit?), Livio (per quanto questo pi? scopertamente ?partigiano?) e lo stesso Tacito, il quale finisce per abbracciare completamente il punto di vista della "sana" opposizione senatoriale alla pratica imperiale (il leitmotiv, come detto, ? l?inconciliabile tensione tra "libertas" e "principatus").


3-SENECA : A quale corrente filosofica appartiene? Che ruolo ha il filosofo? In che cosa consiste la saggezza?

Seneca abbraccia la corrente stoica, ma temperandola con significativi apporti dell?epicureismo, come appare nella sua summa filosofica che sono le Lettere a Lucilio. Ma il filosofo, per Seneca, diversamente che per lo stoicismo ?integralista?, non ? un essere autarchico, che si cura solo di se stesso o si alza su un piedistallo di sdegnoso rimprovero del mondo: il filosofo, forte della propria saggezza, deve invece agire a vantaggio degli uomini e fungere da guida ad essi, soprattutto a quegli uomini che esercitano cariche politiche, e che, come tali, ricoprono mansioni di grande responsabilit? nei confronti della comunit? tutta (non a caso, fu il ruolo, bench? ?sfortunato?, che Seneca si scelse con Nerone e che si traduce in teoria nel capolavoro del ?De clementia?).
Il tutto sulla linea di quello ch??, potremmo dire, per Seneca il vero ?motto? della saggezza filosofica, e dunque il vero compito di ogni filosofo: ?liberare se stessi davanti a se stessi?, secondo le sue stesse parole: ovvero, accettare sempre il confronto e la critica (la saggezza non ? un dato di fatto, ma una conquista), scavare dentro di s? alla riscoperta della radice ?divina? (ovvero dell?umanit? volta al bene), ch?? in ognuno di noi.



4-SENECA: Chi sono gli schiavi per seneca? Spiega l'espressione: "La natura ce li ha dati come parenti stretti".

Tipicamente stoico ?, invece, il principio dell?uguaglianza umana che anima alcune pagine famose di Seneca, in particolare la conosciuta lettera 47: tra un cavaliere, un liberto e uno schiavo non c?? differenza, perch? queste sono solo ?categorie? economiche e sociali che coprono un?identica natura: l?umanit?.
Tutti gli uomini, per gli stoici, sono uguali perch? in tutti c?? una scintilla di razionalit?, anche se in alcuni forte (i saggi) in altri pi? debole (gli stolti): ciononostante, davanti alla Ragione, l?umanit? vive in eguaglianza (Seneca, in realt?, pi? che di ragione parla di un vero e proprio ?principio divino?).
Anche gli schiavi, dunque, sono uomini come noi (Servi sunt. Immo homines, Ep. 47, 1), e non ?cose parlanti?, come ad esempio li intendeva Catone, nell? ?Agricoltura?. E? una legge d?amore, quella di Seneca, che molti hanno visto vicina alla morale cristiana.
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