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bukowski
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Re: Traduzione Aulo Gellio
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Data:
13/07/2003 12.19.02
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Bentornato, Paolo :). Spero vivamente che la BUR non mi faccia causa...
Dissertazione del filosofo Favorino contro coloro che vengon chiamati Caldei e pretendono di prevedere le sorti degli uomini dalla congiunzione e dal moto dei pianeti e delle stelle.
Contro coloro che chiamano se stessi "Caldei" o "astrologi" e che pretendono di prevedere il futuro dal moto e dalla posizione delle stelle, ho ascoltato una volta a Roma il filosofo Favorino pronunciare un discorso mirabile e brillante in lingua greca; non so dire se si trattasse di una mera esercitazione o di una dimostrazione della sua abilit?, o se egli seriamente e sinceramente discutesse l'argomento. Io ho comunque annotato appena uscito dall'audizione, come ho potuto ricordarmi, le prove e gli argomenti principali di cui si serv? e che press'a poco furono i seguenti. Questa scienza dei Caldei non ? cos? antica come essi vogliono far credere, e non ne furono i fondatori e gli autori quelli che essi dicono; ma di tal genere di inganni e ciarlatanerie furono iniziatori degli scrocconi che dalle loro menzogne hanno tratto alimento e denaro. Essi, poich? notavano che alcuni fenomeni terrestri erano originati dall'influenza e dal movimento dei corpi celesti, come l'oceano, che quasi fosse un compagno della luna con essa cresce e decresce, da ci?, evidentemente, hanno tratto argomento per persuaderci a creder che tutti gli eventi umani, i minimi e i massimi, come se fossero collegati ai pianeti e alle stelle, sono da essi influenzati e governati. Ma era privo di senso e assurdo, per il fatto dell'esistenza di un collegamento fra la marea dell'oceano e il corso della luna, che un fatto qualsiasi, come ad esempio un processo fra rivieraschi per un corso d'acqua, o fra vicini per il possesso d'un muro divisorio, dipendesse dal cielo come se gli fosse collegata da una briglia. Ma se anche ci? potesse avvenire per qualche forza o proposito degli d?i, Favorino non riteneva che nel tanto breve e scarso spazio di tempo della vita dell'uomo potesse da qualsivoglia intelligenza umana essere compreso e percepito, e che piuttosto potessero esser prevedute alcune poche cose, per usare la sua espressione, pachymer?steron (pi? superficiali), con nessun fondamento scientifico, senza alcun legame, vaghe e arbitrarie, quali possono apparire a occhi che guardino di lontano e sian resi confusi dalla distanza; ci? che maggiormente differenzia gli uomini dagli d?i verrebbe a sparire, se anche gli uomini potessero conoscere tutti gli avvenimenti futuri. Anche la stessa osservazione dei pianeti e delle costellazioni, che i Caldei affermavano costituire il fondamento della loro scienza, Favorino riteneva non fosse materia chiara. ?Se i primi Caldei, che vivevano in pianure aperte, hanno osservato il movimento delle stelle, le loro congiunzioni e separazioni, e ne hanno determinato gli effetti, continuino pure questa pratica, ma soltanto dalla stessa posizione rispetto al cielo in cui ora i Caldei si trovano; non ? infatti possibile? diceva Favorino ?che il sistema di osservazione dei Caldei continui a essere valido, se qualcuno intende applicarlo da una diversa posizione rispetto al cielo. Chi non vede, infatti, quanto grande sia la diversit? delle zone e dei circoli del cielo originate dalla inclinazione e dalla convessit? della terra? Ma allora come mai le stelle, dalle quali dipenderebbe ogni attivit? divina e umana, se non producono ovunque e sempre il calore e il gelo, ma mutano e variano il tempo, nello stesso momento generando qui bel tempo e l? tempeste, come mai esse non esercitano anche avvenimenti e attivit? diversi in Caldea, nella Getulia, lungo il Danubio o il Nilo? Non ha consistenza il supporre che la massa e la condizione di un cos? profondo strato d'aria non rimangano le stesse sotto l'una o l'altra regione del cielo, e credere invece che quelle stelle abbiano sempre la stessa influenza sulle attivit? degli uomini, da qualsiasi parte della terra si guardino.? Inoltre egli si mostrava sorpreso che taluni considerassero per certo che quelle stelle che furono osservate dai Caldei e dai Babilonesi o dagli Egizi, e che molti chiamano erraticae (vaganti) e Nigidio errones (erranti), non fossero pi? numerose di quanto il volgo crede; egli riteneva possibile che vi fossero altri pianeti di uguale influenza, senza i quali non si pu? praticare un'osservazione corretta e definitiva e che gli uomini non potevano vedere per la grande brillantezza o per l'enorme distanza. ?Infatti? diceva ?alcune stelle sono visibili da certe regioni e sono note agli abitanti di quelle terre; ma le stesse non sono visibili da altre regioni e sono del tutto sconosciute ad altri uomini. Ed allora, supponendo che soltanto queste stelle possano essere osservate da una certa parte del globo, quale sar? il termine della loro osservazione e quali periodi saranno sufficienti per conoscere ci? che predicono o la loro congiunzione o le orbite o il transito? Infatti, se l'osservazione avr? inizio con il calcolare sotto quale aspetto, quale forma e quale posizione delle stelle una persona nasce, e poi quale sia la sua fortuna sin dall'inizio della vita, il suo carattere, le sue disposizioni, le circostanze dei suoi affari e delle attivit?, e finalmente si determiner? anche la fine della sua vita; e di tutto ci?, a misura che si manifesta, verr? presa nota, allora dopo molto tempo, quando le stelle si troveranno sulla stessa posizione e con lo stesso aspetto, si dovr? ritenere che gli stessi eventi si verificheranno per le altre persone nate nello stesso tempo; se in tal modo si son condotte le osservazioni e da esse si ? inteso dar vita a una scienza, ritengo che con tal sistema non si possa ottenere successo alcuno. Mi si dica infatti in qual numero di anni o meglio di secoli possa essere completato il ciclo di tali osservazioni.? Egli aggiungeva che gli astrologi sono d'accordo sul fatto che le stelle chiamate erraticae (i pianeti), e che determinano il destino di tutte le cose, ritornano nello stesso punto da cui sono partite, e con lo stesso aspetto, dopo un quasi non noverabile e infinito numero di anni, s? che nessuna continuit? di osservazione e di memoria e nessuna traccia scritta potrebbe resistere per cos? lungo periodo di tempo. Riteneva anche che un altro punto doveva essere preso in considerazione: che diversa era la costellazione sotto la quale l'uomo era stato concepito nel seno della madre, da quella sotto la quale poi, dopo dieci mesi, veniva alla luce; e chiedeva come si potessero fare senza contraddizione due rivelazioni opposte sullo stesso essere, dal momento che, come gli astrologi ritenevano, una diversa posizione e traiettoria delle stesse stelle originavano un diverso destino. Ed ancora nel giorno delle nozze, dalle quali i figli sono attesi, e anche nel momento dell'accoppiamento del maschio con la femmina, la posizione precisa e immutabile delle stelle avrebbe dovuto indicare con qual carattere e qual sorte l'uomo sarebbe venuto al mondo; anzi, molto tempo prima, quando nascevano il padre stesso e la madre, gi? si doveva congetturare dalla loro nascita quale sarebbe stata poi la sorte di coloro che essi avrebbero generato; e cos? via, rimontando all'infinito, se questa scienza avesse in s? qualcosa di vero, centinaia di anni e pi? addietro, fino all'origine del cielo e della terra, con una ininterrotta serie di predizioni, a mano a mano che nascevano le generazioni dalle quali sarebbero derivati quegli uomini, le stelle avrebbero dovuto predire quali e dotati di quale sorte sarebbero stati coloro che oggi vengono al mondo. Egli diceva: ?Ma come si pu? ritenere che una qualsiasi forma e posizione delle stelle possa avere una precisa e certa influenza sul destino di un particolare individuo, e che tale forma ritorni dopo un lunghissimo periodo di tempo, mentre le indicazioni riguardanti la vita e la sorte di quello stesso individuo si susseguono a ben brevi intervalli, sovente con tanta frequenza, attraverso i singoli gradi dei propri antenati e l'infinita sequenza dei suoi successori, non rimanendo invece la posizione delle stelle la stessa? Se ci? pu? accadere e se si ammette che tale variet? e diversit? attraverso tutte le epoche, a partire dalle pi? antiche, annunci i destini degli esseri che dovranno venire al mondo, tale diversit? rende confuse le osservazioni e compromette ogni teoria scientifica?. Del resto, Favorino riteneva inammissibile che non solo gli eventi e le circostanze riguardanti la natura esterna, ma anche le stesse deliberazioni e i propositi degli uomini, le varie espressioni di volont?, i desideri e le repulsioni, i movimenti subitanei e fortuiti dell'animo in materie di poca importanza fossero originati e sostenuti dal cielo; ad esempio, se tu vuoi recarti al bagno e poi non lo vuoi pi? e poi ritorni a volerlo, ci? non dipende da differenti e vari moti dell'animo, ma da un prestabilito ritorno dei pianeti al punto di partenza, s? che gli uomini appaiono non, come si dice, loghik? z?a (animali ragionanti), bens? specie di marionette ridicole e buffe, che nulla fanno, di loro propria volont?, nulla per proprio ragionamento, ma dominate e guidate dalle stelle. ?E se? diceva ?affermano che si sarebbe potuto predire il vincitore in battaglia fra il re Pirro e Manio Curio, perch? allora non osano dire chi dei giocatori vincer? ai dadi, al tavoliere o alla scacchiera? O forse conoscono i fatti importanti e ignorano i minori, affermando che ? pi? facile conoscere i fatti importanti che non quelli da poco; ma allora, se essi si riservano i fatti pi? importanti e dichiarano che sono pi? evidenti e pi? facili ad essere compresi, desidero mi dicano, di fronte allo speculare di tutto il mondo, di fronte a cos? grandi eventi della natura, che cosa ritengano sia importante nei modesti interessi e nei labili eventi degli uomini. E voglio rispondano a ci?: se cos? breve e sfuggente ? l'istante del tempo in cui l'uomo, nascendo, riceve il proprio destino, che nello stesso momento sotto la stessa congiuntura celeste non possono nascere pi? persone con la medesima influenza degli astri, e se perci? anche i gemelli non hanno la stessa sorte poich? non sono nati proprio nello stesso attimo, chiedo? diceva ?come e in qual modo riescano a determinare quel periodo di tempo sfuggente, che a malapena pu? essere afferrato dall'umana mente, e come essi arrivino a percepire e a individuare in tanta precipitosa rivoluzione di giorni e di notti dei minimi attimi che ritengono capaci di produrre grandi mutamenti.? Alla fine poi chiedeva che cosa si potesse dire contro ci?: che uomini di ambedue i sessi, di tutte le et?, venuti al mondo sotto differenti congiunzioni celesti e in regioni ben distanti fra loro, sian periti tutti per lo stesso genere di morte e nello stesso attimo di tempo, sia per un terremoto, o per il crollo di una casa o per il naufragio di una nave. ?Questo? diceva ?non potrebbe proprio accadere se all'istante della nascita a ciascuno fosse attribuita da una legge la propria sorte. Se poi dicono che nella vita e nella morte degli uomini, anche nati in epoche diverse, certi avvenimenti possono svolgersi in modo uguale o simile, giacch? si verific? in seguito un'uguale congiunzione di stelle, come mai non pu? avvenire talvolta che tutte tali congiunzioni siano eguali, s? che accada attraverso tali incontri e somiglianze di stelle che esistano Socrati, Antisteni e Platoni eguali nella nascita, nella persona, nel talento, nel carattere in tutta la vita e nella morte? Il che per? non potr? mai accadere. Non si pu?, come essi ritengono con ragione, usare tale argomento contro l'ineguaglianza della nascita degli uomini e al tempo stesso contro l'uguaglianza della morte.? Egli, poi, diceva di far loro grazia di non domandare anche questo: se la durata, la ragione e la causa della vita e della morte degli uomini e di ogni umano avvenimento risiedono in cielo e presso le stelle, che cosa dire riguardo alle mosche, ai vermiciattoli, ai ricci di mare e ad altri piccolissimi esseri animati che vivono sulla terra o nel mare? Costoro nascono e si estinguono in virt? delle stesse leggi, che riguardano gli uomini? In tal modo anche alla nascita dei ranocchi o delle zanzare i destini sono attribuibili ai movimenti delle stelle, e se cos? non ritenessero, non vi sarebbe alcuna ragione perch? l'influenza delle stelle abbia valore per gli uomini e non l'abbia per gli altri esseri. Queste osservazioni ho riportato in uno stile scarno, disadorno e, per cos? dire, asciutto. Ma Favorino, da persona d'ingegno e che possedeva a un tempo l'eloquenza e la grazia greca, le svilupp? ampiamente, piacevolmente, splendidamente, con ricchezza ammonendo al tempo stesso di star attenti che tali sicofanti non arrivino a conquistare la nostra fiducia, perch? talvolta riescono a diffondere e a dire a vanvera alcune predizioni vere. ?Non dicono, infatti,? soggiungeva ?cose tangibili, definite e comprensibili, ma valendosi di intricate e oscure congetture, e procedendo tra falso e vero, come chi cammina fra le tenebre, a forza di tentativi capita loro a volte, senza saperlo, di imbattersi nella verit?, oppure, per la grande credulit? di coloro che li consultano, riescono scaltramente a conoscere la verit?, e perci? riescono pi? facilmente a dare un'illusione di verit? riguardo al passato e al futuro. Ma tutte le cose vere che essi per caso o per astuzia dicono non sono che la millesima parte delle altre, che son menzogne.? Oltre a queste cose che ho udito dire da Favorino, potrei ricordare molte testimonianze degli antichi poeti, che hanno confutato tali fallaci predizioni. Fra costoro Pacuvio:
?Se predire potessero il futuro pari a Giove sarebbero gli umani?;
e cos? Accio:
?Agli ?uguri non credo, lor che di parole arricchiscono le orecchie degli altri per riempire la propria casa d'oro?.
Perci? Favorino, volendo stornare e allontanare i giovani da quei facitori di oroscopi e da altri di tale specie, che con prodigiosi artifici promettono di rivelare tutto il futuro, consigliandoli che per nessuna ragione vadano a consultarli, concludeva con questi argomenti: ?Essi predicono o eventi avversi o favorevoli. Se ne predicono di favorevoli e sbagliano, sarai infelice per l'attesa delusa; se ne predicono di avversi e risultano averti ingannato, sarai infelice per aver inutilmente temuto; se predicono eventi veri ed essi non sono favorevoli, sarai fin d'allora infelice, prima che il destino si avveri; se promettono eventi favorevoli, ed essi si avvereranno, allora avrai un doppio danno: l'attesa ti terr? sospeso nella speranza e la speranza avr? guastato il frutto della gioia futura. Insomma, per nessuna ragione ci si deve valere di tal gente che predice il futuro?.
Trad. L. Rusca
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• Traduzione Aulo Gellio Re: Traduzione Aulo Gellio
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