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Mittente:
bukowski
Re: traduzioni, mi servono per il l'8 di settembre   stampa
Data:
04/09/2003 23.12.17




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Un male sociale

Seneca, L?ira, III 2 passim

[3] Ma all'ira, si ? andati tante volte in schiera compatta: uomini e donne, vecchi e fanciulli, dignitari e volgo si sono trovati d'accordo, ed un'intera folla, sollevata da pochissime parole, ha preceduto anche chi la sollevava: si ? corsi immediatamente alle armi ed al fuoco e si sono dichiarate guerre ai popoli vicini, o le si sono combattute contro i concittadini; [4] intere case sono state bruciate con dentro intere famiglie, e colui al quale, fino a ieri, per la sua avvincente eloquenza, erano state attribuite tante cariche, ha dovuto subire il furore del suo uditorio; certe legioni hanno scagliato i giavellotti contro il loro generale, la plebe, in massa, ? entrata in lite con i patrizi, il senato, assemblea ufficiale, senza aspettare arruolamenti o nominare un comandante supremo, si ? scelto improvvisati condottieri a servizio della sua ira e, dopo aver dato la caccia, per le case della citt?, a uomini nobili, ha proceduto direttamente all'esecuzione; [5] membri di ambasciate furono percossi, violando il diritto delle genti, e una rabbia indicibile ha trascinato la citt?: non ? stato dato il tempo necessario a far sbollire il furore del popolo, ma si sono fatte scendere in mare le flotte e le si sono caricate di soldati, arruolati come capitava; senza osservare le consuetudini, senza prendere gli auspici, il popolo, seguendo la propria ira, port? come arma quanto gli veniva in mano o riusciva a rubare, poi pag? con una grande strage un'ira baldanzosa e temeraria.

Trad. A. Marastoni


I tempi migliorano

Gi? in data:

http://www.progettovidio.it/dettagli....

tacito

Onori ai caduti

Livio, Storia di Roma, XXXI, 34 passim

34. Filippo, convinto di ottenere maggior devozione dai suoi uomini (ed essi avrebbero dunque affrontato con maggior coraggio il pericolo) se si fosse preso la briga di seppellire i cavalieri caduti durante la missione, ordin? di portarne i corpi negli accampamenti perch? tutti potessero ammirare le onoranze funebri. Nulla ? tanto indecifrabile e imprevedibile come le reazioni della massa.
Proprio ci? che sembrava dover rendere i soldati pi? pronti ad affrontare ogni combattimento gener? in loro paura e apatia. Infatti i soldati che avevano visto le ferite provocate dalle aste e dalle frecce (pi? raramente dalle lance), abituati a combattere con i Greci e gli miri, quando ebbero a vedere i cadaveri che, mutilati dalla spada ispanica, avevano le braccia troncate assieme alle spalle oppure le teste strappate dal busto col collo reciso di netto, con le viscere sparse fuori del corpo e con altre orribili ferite, un po' tutti si spaventarono nel vedersi quasi davanti le armi e gli uomini con cui avrebbero dovuto combattere. Il terrore si impossess? perfino del re che ancora non aveva affrontato i Romani in battaglia regolare.

Trad. G. D. Mazzocato

Lamentele degli ateniesi

Livio, Storia di Roma, XXXI, 30 passim

Lamentarono la devastazione e il saccheggio che avevano ridotto in condizioni pietose le loro campagne; e tuttavia non era di questo, cio? di essere stati trattati da nemici ad opera di nemici, che si lamentavano: esiste in qualche modo un diritto di guerra e se ? lecito imporlo, lo si deve anche subire. I campi bruciati, le case abbattute, il furto e il bottino di uomini e bestiame sono per chi ne ? vittima pi? motivo di afflizione che di indignazione; ma era proprio questo che essi giudicavano ignobile, che colui il quale chiamava i Romani stranieri e barbari, avesse a tal punto profanato ogni diritto umano e divino che durante la prima incursione si era fatta una sacrilega guerra agli d?i inferi, durante la seconda agli d?i superi. Tutti i sepolcri e i monumenti funebri del loro territorio erano stati distrutti, tutti i mani erano stati denudati e di nessuno la terra copriva pi? le ossa.
Gli Ateniesi avevano dei tempietti che i loro avi, nei tempi lontani in cui vivevano nelle campagne, avevano consacrato nei loro piccoli fortilizi e villaggi e che non avevano lasciato senza manifestazioni di culto neppure quando si erano riuniti in una sola citt?. Attorno a tutti quei templi Filippo aveva portato il suo fuoco distruttore; le statue degli d?i bruciacchiate e mutilate giacevano tra le porte abbattute dei templi. E, se gliene si dava il modo, egli avrebbe ridotto tutta l'Etolia e la Grecia nelle stesse condizioni in cui aveva ridotto l'Attica, una volta ricca di opere d'arte e di risorse.

Trad. G. D. Mazzocato
  traduzioni, mi servono per il l'8 di settembre
      Re: traduzioni, mi servono per il l'8 di settembre
 

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