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bukowski
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Data:
07/09/2003 15.20.07




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Giustino, Epitome, XLIV, 3 passim

Molti scrittori hanno tramandato [prodidere = -erunt; prodo] che in Lusitania, (nella regione) prospiciente al fiume Tago, le cavalle vengono ingravidate [concipere fetus] dal vento [si tratta di Borea, vento ?fecondatore?]. Tali leggende sono nate in virt? della fecondit? di (quelle) cavalle e del gran numero di armenti, che (appunto) si mostrano tanto numerosi e forti in Galizia e Lusitania e tanto agili, che davvero [non inmerito] essi sembrano esser concepiti proprio dal vento.
I Galiziani, inoltre, vantavano origine greca [perf. latino/imperf. it. (durativo)], in base a tale leggenda [lett. siquidem, dal momento che, con sfumatura dubitativa?]: Teucro, dopo la fine della guerra di Troia, non riaccolto nel (proprio) regno (perch?) inviso al padre Telamonio (che lo accusava) per la morte del fratellastro Aiace, raggiunse [tieni conto che la resa del racconto ? in oggettiva] Cipro, dove fond? una citt? che chiam? Salamina dal nome della sua antica patria; di poi, ricevuta notizia della morte del padre, era ritornato in patria, ma ? respinto (stavolta) da Eurisace, figlio di Aiace ? approd? [conviene sciogliere in coordinata] sulle coste della Spagna e occup? quelle regioni dove oggi sorge Nuova Cartagine; da l?, pass? in Galizia e, insediatosivi, fond? la stirpe galiziana. Nella gente galiziana scorre, inoltre, anche sangue d?Anfilochia [lett. inoltre gli abitanti di? son detti parte della?].
La regione ? molto ricca di rame e piombo, e altrettanto di minio, da cui anche il nome del fiume ch?? nei paraggi. Essa ? inoltre molto ricca d?oro, al punto ch?essi usualmente cavano, con l?aratro, zolle d?oro.
C?? un monte sacro, tuttavia, nella loro regione, ch?? ritenuta cosa empia profanare col ferro [e dunque, con l?aratro]; tuttavia, quando il suolo viene squassato da un fulmine ? fenomeno frequente in tali zone ? ? permesso raccogliere l?oro uscito allo scoperto, (oro inteso) quale [velut] dono divino. Le donne attendono alle faccende domestiche ed alla coltura dei campi, mentre i maschi si dedicano alle armi ed alle ruberie.
Hanno a disposizione un eccellente materiale ferroso, ma l?acqua ? pi? dura dello stesso ferro; il ferro, infatti, temprato in essa [lett. per combinazione di essa] diviene acciaio [lett. pi? duro], e non v?? arma degna di tal nome che da essi non sia immersa nelle acque del Birbili o del Calibe.

Trad. Bukowski

480 Insalubrit? dei luoghi paludosi

Columella, De re rustica, I, 5 passim

I fabbricati non devono sorgere vicino ad un luogo paludoso [lett. la palude non deve essere vicina?], perch? questo emana, coi calori estivi [caloribus], un?esalazione nociva e genera insetti [suppongo ?animalia?] muniti di aculei velenosi [propr. pericolosi], (insetti) che (poi) volano contro di noi in densissimi sciami. Esso [il luogo paludoso] produce anche specie epidemiche [pestes] di (animali) anfibi e serpenti ? le quali, in primavera, si generano nella fanghiglia [caeno et fermentata colluvie] ? (specie) dalle quali spesso si contraggono malattie misteriose, che neanche i medici riescono a diagnosticare [lett. le cui cause?].
L?umidit? [humor] e la muffa [situs] delle paludi, in ogni stagione dell?anno, fanno marcire [corrumpit, sing. a senso] anche [suppongo ?etiam?] masserizie ed arnesi rustici [singolari collettivi], nonch? i raccolti, (siano essi) incolti o coltivati.
Perci?, ritengo opportuno evitare tali inconvenienti, e costruire il fabbricato in una zona non pestilenziale, bens? alquanto elevata, e tale che la sua facciata sia esposta verso oriente, giacch? [nam] una dislocazione simile garantisce il temperarsi degl?influssi dei venti estivi ed invernali. In tal modo, quanto pi? la dislocazione del fabbricato volger? verso oriente, tanto pi? esso, in estate, risulter? ventilato, mentre tanto meno accuser? le intemperie invernali e le brine mattutine, all?alba.
Infatti, ? praticamente da considerarsi pestilenziale quella zona che non ? sottoposta ai benefici influssi del sole, venendo meno i quali, nessun?altra forza (atmosferica) potrebbe asciugare le brine notturne e disinfettare eventuale ruggine e sporcizia.

Trad. Bukowski


481 I Parti eterni rivali dei Romani

Giustino, Epitome, XLI, 1 passim

I Parti, che ai nostri tempi dominano sull?Oriente [lett. nelle mani dei (penes) quali ora ? il dominio dell?Oriente] ? per una sorta di [velut] divisione del mondo [in parte occidentale e parte orientale; il confine era segnato dall?Eufrate] patteggiata con i Romani ? furono [fuere = fuerunt; la versione ? zeppa di contrazioni simili] (un tempo) esuli dalla Scizia. La qual cosa s?evince anche dal loro nome: in lingua sciita, ?parthi? corrisponde infatti a(l romano) ?esuli?. Costoro, all?epoca degli Assiri e dei Medi, erano [perf. lat./imperf. it. (durativo)] i pi? misconosciuti tra i popoli [partitivo] d?Oriente.
In seguito, quando il dominio sull?Oriente pass? dai Medi ai Persiani, furono preda dei vincitori [ovvero, passarono sotto il dominio persiano, appunto]. In ultimo, passarono sotto il dominio dei Macedoni: (una trafila di dominazioni) tale che fa meraviglia [cuivis mirum videatur] ch?essi, in ragione del proprio valore, abbiano conseguito potenza tale da dominare, oggi, tutti quei popoli cui (un tempo) erano stati sottomessi [sub quarum imperio? fuerant] alla stregua di una servile plebaglia.
E assaliti dai Romani ? che pur si fregiavano di valentissimi condottieri e inanellavano un successo dopo l?altro [lett. per mezzo di? in tempi?] ? essi soli, tra tutti i popoli (della terra), non solo riuscirono a tener loro testa [pares], ma anche (talora) a sconfiggerli [victores; ho reso in forma verbale i sostantivi].
In seguito a rivolgimenti interni, lasciarono la Scizia e occuparono furtivamente le zone desertiche tra l?Ircania, il territorio dei Dai e quello dei Margiani. E spinsero tanto lontano i propri confini da occupare non solo le immense distese desertiche, ma anche zone collinari e montuose, tant?? che (nella stessa stagione) i territori dei Parti risentono dei rigori [magnitudo] e del caldo e del freddo [lett. la costr. ? ribaltata], dal momento che, da una parte, la neve infesta le zone montuose, dall?altra il solleone infesta le aperte distese [campos].

Trad. Bukowski


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