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Mittente:
bukowski
Re: Tre versioni su Dario ed Alessandro   stampa
Data:
14/09/2003 16.17.06




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Caro amico, t?invito a replicare ad un topic solo con risposte inerenti appunto al topic stesso, e di presentare nuove richieste con topic indipendenti, altrimenti mi si sballa tutto. Saluti.

Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, IX, 2-3 passim

II Voi offritemi solo un animo pieno di ardore e di fiducia. [26] Non siamo al principio delle nostre gesta e delle nostre fatiche, ma al loro termine. Siamo arrivati alla terra dove sorge il Sole e all'Oceano; se non ci sar? di ostacolo l'ignavia, ritorneremo di qui vincitori in patria, dopo aver domato interamente l'estremo limite del mondo. Non lasciatevi sfuggire dalle mani i frutti maturi, come fanno gli agricoltori pigri. [27] I premi sono superiori ai rischi: il paese ? ricco e imbelle ad un tempo. Pertanto io vi guido non tanto alla gloria quanto alla preda. Voi siete degni di portare in patria le ricchezze che quel mare getta sulle spiagge, degni di non lasciare nulla d'intentato, nulla di trascurato per paura. [28] Per voi e per la vostra gloria, con la quale superate ogni limite umano, per i meriti che io ho verso di voi e per quelli che voi avete verso di me (e in questa gara non ci sono fra noi n? vinti n? vincitori!), io vi prego e scongiuro di non abbandonare, non dir? il vostro re, ma il vostro alunno e compagno 13 quando sta per toccare i limiti estremi delle cose umane. [29] Tutte le altre imprese, io ve le ho ordinate; di questa sola vi sar? debitore. E ve la chiedo io, che non vi ho mai ordinato nulla senza espormi per primo ai pericoli, io che spesso ho coperto l'esercito col mio scudo. Non spezzate nelle mie mani quella palma con cui, se sar? salvo dall'invidia, eguaglier? Ercole e il Padre Libero. [30] Fate questa concessione alle mie preghiere e sciogliete alfine il vostro ostinato silenzio. Dov'? quel grido, indice del vostro ardore? Dov'? quello sguardo dei miei Macedoni? Non vi riconosco pi?, o soldati, e mi sembra di non essere pi? riconosciuto da voi. Batto a delle orecchie sorde da un pezzo, mi sforzo di riscaldare degli animi lontani e abbattuti ?.
[31] E poich? i soldati continuavano a tacere, con la testa china al suolo, ? lo non so ? disse ? quale colpa ho commesso inavvertitamente nei vostri riguardi, che non volete neppure guardarmi. Mi sembra di essere in un deserto. Non c'? nessuno che risponda, nessuno che almeno mi contraddica. [32] A chi sto parlando? Ma che cosa chiedo? lo miro alla vostra gloria, alla vostra grandezza! Dove sono quegli uomini che poco fa ho visto fare a gara per ricevere fra le braccia il corpo del re ferito? lo sono abbandonato, tradito, gettato nelle mani del nemico. [33] Ma anche da solo continuer? ad avanzare. Esponetemi ai fiumi, alle belve, a quelle genti del cui solo nome inorridite; trover? chi mi segua, abbandonato da voi. Saranno con me gli Sciti e i Battriani, nemici poc'anzi, ora miei soldati. [34] ? meglio morire che governare con un potere precario: tornatevene alle vostre case! Tornate esultanti, dopo aver abbandonato il vostro re! lo trover? qui luogo o per la vittoria di cui voi avete disperato o per una morte gloriosa ?.

III [1] Neppure cosi pot? cavare ad alcuno dei soldati una parola. Essi aspettavano che i capi ed i pi? eminenti riferissero al re che, spossati dalle ferite e dalle continue fatiche militari, non rifiutavano i loro doveri, ma non erano pi? in grado di sostenerli. Ma quelli, sbigottiti dalla paura, tenevano gli occhi rivolti al suolo. [2] E prima, dunque, sorse, spontaneo, un mormorio e poi anche un lamento: e il dolore prese, a poco a poco, a manifestarsi pi? liberamente nello scorrere delle lacrime, tanto che il re, mutatasi la sua collera in compassione, non pot? nemmeno egli frenare il pianto, sebbene lo desiderasse. [3] Alla fine, mentre tutta l'assemblea pi? dirottamente piangeva, Ceno os?, nell'esitazione generale, farsi pi? accosto alla tribuna, mostrando di voler parlare. [4] Come i soldati lo videro togliersi l'elmo dal capo - cosi infatti ? costume che ci si rivolga al re - presero ad esortarlo affinch? perorasse la causa dell'esercito.

Trad. A. Giacone

saluti
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      Re: Tre versioni su Dario ed Alessandro
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