Data:
14/09/2003 16.20.05
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ROMANZESCA FUGA DI DUE SCHIAVI NEL DESERTO. (di Girolamo)
Avevo [dat. di possesso], nel gregge, due caproni di straordinaria stazza; uccisili, faccio [tieni conto che la narrazione abbonda di presenti narrativi] (con le loro pelli) degli otri, e preparo provviste (alimentari) per il viaggio [viaticum] con la loro carne. Cos?, sul far della sera [primo vespere], mentre i padroni ci credevano a letto, a dormire, noi ce la svigniamo [invadimus iter], carichi [lett. portando] degli otri e di parte delle carni. Giunti al fiume ? distante 10 miglia ? gonfiati gli otri e montati su di essi [il recipiente veniva gonfiato d?aria, a mo? di canotto, per attraversare un corso d?acqua], ci affidiamo all?acqua [ovvero, ci lasciamo andare guidati dalla corrente]. Remando, pian pianino [paulatim], senza dare nell?occhio [subremigantes, propr. remando celatamente] con i piedi, ci lasciamo trascinare verso il basso dalla corrente [lett. dal fiume] e sbarcare sull?altra sponda molto pi? in l? del punto in cui ci eravamo imbarcati (sugli otri) [ovvero, la traiettoria non ? perpendicolare, bens? molto obliqua, rispetto al punto di partenza], di modo che i nostri padroni, ch?erano sulle (nostre) tracce, le perdessero. Ma, frattanto [inter haec], le carni [ovvero, la scorta alimentare] ? inzuppate (d?acqua) e perdute [suppongo ?lapsae?] per (buona) parte ? (ci) assicuravano cibo per appena tre giorni. Ci abbeveriamo al fiume fino a scoppiare [usque ad satietatem], preparandoci al fatto che in seguito avremmo sofferto la sete. Ripartiamo a gambe levate, sempre gettandoci uno sguardo alle spalle [per vedere se vi fossero inseguitori, ovviamente]. Ci spostiamo pi? di notte che di giorno, sia [vel?] per (scongiurare) agguati dei predoni [vagantium] saraceni, sia [?vel] per (evitare) l?insopportabile [lett. eccessiva] calura del sole. Tuttora, mentre riferisco questi fatti, mi sento impallidire (al ricordo), ed un brivido di paura mi attraversa tutto il corpo [lett. e inorridisco in tutto?].
Trad. Bukowski
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