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bukowski
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Cicerone, Tuscolane, III, 18-19 passim

Aberit igitur a sapiente aegritudo. Itaque non inscite Heracleotes Dionysius ad ea disputat, quae apud Homerum Achilles queritur hoc, ut opinor, modo: 'Corque meum penitus turgescit tristibus iris, Cum decore atque omni me orbatum laude recordor.'
[19] Num manus adfecta recte est, cum in tumore est, aut num aliud quodpiam membrum tumidum ac turgidum non vitiose se habet? Sic igitur inflatus et tumens animus in vitio est. Sapientis autem animus semper vacat vitio, numquam turgescit, numquam tumet; at irati animus eius modi est: numquam igitur sapiens irascitur. Nam si irascitur, etiam concupiscit; proprium est enim irati cupere, a quo laesus videatur, ei quam maxumum dolorem inurere. Qui autem id concupierit, cum necesse est, si id consecutus sit, magno opere laetari. Ex quo fit, ut alieno malo gaudeat; quod quoniam non cadit in sapientem, ne ut irascatur quidem cadit. Sin autem caderet in sapientem aegritudo, caderet etiam iracundia; qua quoniam vacat, aegritudine etiam vacabit.

E perci? il saggio ? immune dall'afflizione. Cos?, non ? infelice la critica che fa Dionisio di Eraclea al passo di Omero in cui Achille si lamenta cos?, se ben ricordo: ?Tutto d'ira funesta si gonfia il mio cuore quando ricordo che l'onore e tutta la gloria mi tolsero ?.
Si pu? dire che la mano si trova in uno stato normale, quando ? gonfia? E non si trova in una condizione anormale anche qualsiasi altro organo, quando ? gonfio e ingrossato? Anche l'anima ? in difetto, quando la collera la gonfia e la fa ribollire. Ora, l'anima del saggio ? sempre immune da ogni alterazione, e non si gonfia n? si infiamma mai. Ma questi appunto sono i sintomi caratteristici della collera: quindi il saggio non va mai in collera. Adirandosi, egli proverebbe un desiderio violento, perch? ? caratteristico di chi ? in collera proprio il desiderio violento di far soffrire il pi? possibile la persona da cui si ritiene offeso. E chi prover? questo desiderio, per forza dovr? sentire urta grande gioia, se riesce a soddisfarlo. Quindi, dovr? sentire gioia per il male altrui: e il saggio, essendo incapace di questo sentimento, sar? pure incapace di provare collera. Ora, se fosse suscettibile di afflizione, lo sarebbe anche di collera: ma poich? ? immune dalla collera, lo sar? anche dall'afflizione.

Trad. A. Di Virginio
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