Data:
18/09/2003 23.29.15
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Mi rammarico del fatto di non aver potuto consultare il tuo opuscolo scientifico prima di ultimare i miei scritti di Metafisica. Tuttavia, in essi, ho mostrato, in modo esauriente e corretto, che ? dei sistemi celesti ? c?? molto pi? da scoprire, rispetto a quanto gi? si sa, e ch?? possibile azzardare una struttura dell?Universo seguendo le ipotesi di Copernico, bench? anche quest?ultimo abbia commesso errori in pi? punti, avendo accolto nelle sue opere elementi desunti in parte dai Pitagorici, in parte dai Tolemaici, elementi che non sono del tutto compatibili. C?era altres? da stabilire la posizione del sole, astro estremamente mobile, quale ce lo mostra il calore, che ogni cosa assale, consuma e fa muovere con grande rapidit?, s?? elevatissimo: e bench? (apparentemente) senza centro di rotazione, il Sole deve pur ruotare intorno a se stesso, come appare negli specchi d?acqua, o al mattino e al vespero, quando meno ferisce (con la sua luce) lo sguardo. Pertanto, bench? ogni astro fruisca di luce e calore ?riflessi?, il sole invece beneficia di luce e calore propri; ecco perch? esso rende fertile e gravida la Terra. Tale il fondamento dei principi indicati dal nostro dottissimo Telesio [http://www.liceosansepolcro.it/nascita/telesio.htm], se mai il moto della Terra tragga origine davvero dal Logos pensato da Origene [ma il passo, devo confessarlo, non mi ? del tutto chiaro]. Tu [si rivolge a Galileo], invece, lasci che tutti gli uomini siano partecipi della tua gloria: ch? non v?? alcuno che non utilizzi, oggi, il tuo cannocchiale [perspicillo, ?occhialino?]: (grazie a tale mezzo gli astronomi) renderanno manifeste le cose che tu stesso non sei riuscito a mostrare, e riempiranno testi di un?astronomia rivoluzionaria. Io, per me, esalto la tua magnanimit?, bendisposta verso tutti, e ti prego, dopo aver adeguatamente esaminato ogni particolare, di mettere a punto una scienza astronomica senza precedenti e senza rivali. Per altro verso, i seguaci di tale dottrina non saranno detti ?galileani?, ma prenderanno il nome da colui che, per primo, dar? assetto definitivo e perfetto a tale scienza. Gran cruccio, per la nostra Italia, l?aver avuto bisogno ? pur essendo culla dell?Impero e faro d?una religione sacra [il diritto?] ? di apporti stranieri, in altri campi della conoscenza. E, mi si perdoni l?ardire, ella fa la figura d?una padrona che chiama al proprio servizio delle ancelle, ma che poi, di quelle ancelle, come m?? parso, va a patire la superbia. E allora Aristotele assurgeva a oracolo dei filosofi, Omero dei poeti, Tolomeo degli astronomi, Ippocrate dei medici, e lo stesso Virgilio assegna (ad altri) la palma (nelle scienze) [Campanella, insomma, sta rivendicando la genuinit? e grandezza del genio italico in Galileo, come vero padre fondatore dell?astronomia moderna; quelli che seguono sono i versi 847-853 del libro VI dell?Eneide], quando scrive:
?Altri (io non ne dubito) sapranno meglio plasmare statue di bronzo che paiano respirare, o scolpire immagini viventi nel marmo; sapranno difendere con oratoria pi? acuta le cause legali, sapranno tracciare i moti del cielo col compasso e predire il sorgere degli astri: ma tu, Romano, ricorda di governare i popoli con ferme leggi (queste saranno le tue arti), imporre la tua pace al mondo, perdonare agli sconfitti, ai deboli e domare i superbi!" e cos? via
Trad. Bukowski [fonte per l?Eneide: www.bibliomania.it]
P.S.: caro Paolo, posso chiederti dove hai ricavato il testo latino di quest?epistola? Salutoni.
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