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Mittente:
bukowski
Re: Tommaso Campanella a Galileo   stampa
Data:
23/09/2003 3.56.21




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E? bene considerare l?elogio contenuto nel secondo distico [fa riferimento alla citazione ovidiana riportata alla fine del topic precedente questo] come innalzato, in realt?, per te solo, mentre riferito a qualsivoglia altro astronomo soltanto per esagerazione [iperbole ?, qui, la figura retorica]. Ma bada che non ti succeda ci? che ? successo a Colombo, il quale ? pur avendo egli scoperto il ?Nuovo Mondo? ? non v?impose il proprio dominio o il proprio nome, ma cedette l?uno agli Spagnoli, l?altro ai Fiorentini: non ti capiti, voglio dire, di consegnare il merito della nuova astronomia a Thyco o a chicchessia.
Il ?Nuovo Cielo? porter? il tuo nome, cos? come il ?Nuovo Mondo? quello di Amerigo (Vespucci) [America, appunto]; entrambi Fiorentini, popolo la cui indole ho sempre ammirato. Dante ha alluso, in modo profetico, agli astri del polo antartico, ovvero agli astri che formano la 49esima figura (astrale), il cosiddetto ?Crocifero? [altrimenti conosciuto come ?Croce del Sud?: per questo fatto singolare, visiona ad es. qui: http://www.astroarte.it/astroarte/ast... ]; non riesco a spiegarmi da quale fonte egli abbia potuto desumerne l?esistenza: si tratta, certamente, di divina ispirazione, dato che il cartaginese Annone ? che pur ha circumnavigato l?Africa, come ci attesta Plinio ? per quanto ne so non ha fatto menzione di tale costellazione in alcuno dei suoi scritti.
L?ispirazione divina ha guidato certo anche te, quando ? snobbando, per cos? dire, le apparenze fenomeniche che si prestano agli occhi del volgo ? sei penetrato nelle zone invisibili del cielo, alfine mostrandole anche a noi.

?sempre dureranno la mia riverenza, la tua rinomanza e le lodi? [il verso ? tratto da Eneide, I, 609 ed ? riportato nella trad. F. Della Corte].

Felice il Casato Mediceo, cui arride il nuovo cielo, grazie a te! S. Clemente Romano ? colui che mostr? l?esistenza di nuovi mondi al di l? dello stretto di Cadice, mondi che Seneca predisse sarebbero stati scoperti da un novello Tifi [navigatore degli Argonauti] ? quello stesso Clemente, per bocca di S. Pietro, insegna che c?? un cielo altro e altre stelle (oltre a quelle che noi vediamo), a noi invisibili a causa del denso strato atmosferico, e ammonisce ch?esse si mostreranno solo alla fine del mondo.
Tu, invece, squarciando anzitempo [ovvero, prima della fine del mondo, appunto] tale coltre [lo strato di cui sopra], c?innalzi a quel cielo osannato da Clemente, o meglio, lo fai scendere alla nostra portata. Grande ? la nostra gioia: agli eventuali mugugni dei teologi (contemporanei), rispondono in tua difesa le profezie dei padri della Teologia: Crisostomo e il suo maestro ? il vescovo Teodoro di Tarso ? nonch? Procopio di Gaza, i quali affermano l?esistenza d?un cielo supremo e dei moti stellari; affermazione che, a suo tempo, Agostino mostra essere stata puntualmente suffragata dagli astronomi/matematici, e che non dev?essere certo rinnegata da noi, col ricorso alle Sacre Scritture, correndo il rischio di essere, da quegli astronomi/matematici, scherniti. Eventualit? che avrebbe dovuto contemplare lo stesso Agostino, quando neg? l?esistenza degli antipodi.
Poni mente ad Origene, che afferm? l?essenza spirituale della Terra e di tutte le stelle, e loda, da una parte, i dogmi pitagorici, e dall?altra si fonda altres? sulle Sacre Scritture. Anch?io ho scritto tre libri sulla filosofia pitagorica, e su costoro ho ampiamente dibattuto nelle mie opere di Metafisica; ho scritto quattro libri sui moti astrali ? trattando tale argomento da un punto di vista fisico pi? che matematico, e criticandovi Tolomeo e Copernico ? e sulla conflagrazione finale del mondo, intendendola tuttavia non come una distruzione completa, bens? come una sorta di ?restaurazione?, quale la mostrano i nuovi fenomeni [si tratta della polemica dottrinale sull?apocatastasi; vd. qui http://www.studioching.com/dizionario... ]: vorrei avere il piacere, se ? possibile, di discutere con te di questi argomenti.

Trad. Bukowski

salutoni :)
  Tommaso Campanella a Galileo
      Re: Tommaso Campanella a Galileo
 

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