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Mittente:
bukowski
Re: Livio, Ad Urbe Condita (XXX , 14-15)   stampa
Data:
26/09/2003 19.26.16




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Livio, Storia di Roma, XXX, 14-15 passim

?Siface ? stato sconfitto e catturato con gli auspici del popolo romano. E dunque egli stesso, sua moglie, il suo regno, il suo territorio, le sue citt?, gli uomini che vi abitano, in una parola, ogni cosa che ? appartenuta a Siface, ? bottino del popolo romano. Il re e sua moglie, anche se questa non fosse nativa di Cartagine, anche se non vedessimo suo padre comandare truppe nemiche, ? giusto mandarli a Roma; ed ? giusto che siano il senato e il popolo romano a processare e ad esprimere la loro volont? su quella donna che, a quanto si dice, ci ha reso ostile un re che era nostro alleato e lo ha spinto a combatterci senza esitazione. Sconfiggi la tua passione, guardati dal guastare i tuoi molti pregi con un solo difetto e dal distruggere il credito acquisito grazie a tanti meriti con una colpa che sarebbe pi? grande del motivo per cui l'hai commessa?.
15. Masinissa ascoltava: non solo ebbe ad arrossire violentemente ma anche gli spuntarono le lacrime. Garant? che egli si sarebbe sempre attenuto al volere del comandante e lo preg? che, per quanto consentiva la situazione, lo lasciasse provvedere alla parola data in maniera troppo avventata - si era infatti impegnato a non consegnare Sofonisba in potere di alcuno - , uscendo poi dal pretorio e f!cendo ritorno, costernato, alla sua tenda. L?, allontanati i testimoni, pass? qualche tempo a sospirare e a gemere, tanto che tutti quelli che stavano vicino alla sua tenda potevano facilmente udirlo. Dopo un ultimo, forte lamento chiam? un servo fidato (quello che aveva in custodia, secondo una prassi regia, il veleno da assumersi nei rivolgimenti della sorte); vers? il veleno in una coppa, ordinando di recarla a Sofonisba; il servo doveva anche dire che Masinissa avrebbe davvero voluto assolvere con lei al primo degli impegni che un uomo ha con la sua donna; e tuttavia era quella una decisione che gli veniva sottratta da chi aveva pi? potere di lui e quindi doveva assolvere almeno al secondo impegno, quello di non fari a cadere viva in potere dei Romani. Che provvedesse a se stessa, memore del ruolo di condottiero di suo padre, della patria, dei due re ai quali era stata sposata.

Trad. G. D. Mazzocato
  Livio, Ad Urbe Condita (XXX , 14-15)
      Re: Livio, Ad Urbe Condita (XXX , 14-15)
 

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