Data:
26/09/2003 19.28.22
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La I ? gi? in data:
http://www.progettovidio.it/dettagli....
e passim successivo
La II:
Cicerone, Filippiche, V, 21 passim
[VIII] M. vero Antonium quis est qui civem possit iudicare potius quam taeterrimum et crudelissimum hostem, qui pro aede Castoris sedens audiente populo Romano dixerit nisi victorem victurum neminem? Num putatis, patres conscripti, dixisse eum minacius quam facturum fuisse? Quid vero? quod in contione dicere ausus est se, cum magistratu abisset, ad urbem futurum cum exercitu, introiturum, quotienscumque vellet, quid erat aliud nisi denuntiare populo Romano servitutem?
Un Marco Antonio, dunque, chi si sente di considerarlo ancora un cittadino piuttosto che il pi? tremendo e il pi? crudele nemico? lui che dinanzi al tempio di Castore, presente il popolo romano, ha dichiarato che nessun altro, all'infuori del vincitore, sarebbe sopravvissuto? Credete voi, senatori, che le sue parole di minaccia siano state pi? gravi di quanto poi sarebbero state le azioni? E che? quella sua sfrontata dichiarazione fatta in pubblica assemblea, che egli cio?, scaduta la carica, si sarebbe fermato col suo esercito alle porte di Roma pronto a entrare in citt? ogni volta che lo volesse, che altro era se non una minaccia di servit? al popolo romano?
Trad. B. Mosca
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