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Mittente:
bukowski
Re: Tommaso Campanella a Galileo   stampa
Data:
30/09/2003 3.28.56




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Ecco qui. Salutoni.

Hai riformulato e corretto la maggior parte delle dottrine di Copernico: riguardo quelle di Thyco, invece, non saprei, dal momento che non ? stato possibile, finora, visionare i resoconti del suo lavoro, e approntarne una valutazione non pregiudiziale. Non hai fornito risposte affatto soddisfacenti al perch? le stelle fisse, e quelle erranti, puntate col cannocchiale, non risultino ingrandite secondo proporzioni rispettate, invece, dalla Luna: ch? se, come sostieni, i loro aloni [lett. le loro ?chiome luminose?, insieme di vapori, ovvero i gas e polveri che si sviluppano dal loro nucleo], la cui causa peraltro non mostri, visti al cannocchiale, appaiono 5 volte pi? grandi (rispetto alle loro dimensioni ad occhio nudo), essi dovrebbero in realt? risultare almeno 20 volte pi? grandi, e non solo 5, laddove la Luna risulta 100 volte pi? grande. Su questo punto, dunque, gradirei tu apportassi correzioni o quantomeno chiarimenti.

Bada ad eventuali errori legati al tuo convincimento relativo al fatto che la Galassia sia stata concepita da tutti gli antichi ?fisiologi? [studiosi della natura] quale una parte pi? densa del cielo: che si tratti d?un ammasso di piccole stelle, che praticamente s?illuminano le une con le altre confondendo ed uniformando il proprio bagliore, viene attestato, in primo luogo da Alberto (Magno), mentre Aristotele ne spiegava la composizione adducendola ai bianchi vapori emanati dalle stesse stelle.
La tua ipotesi, in base alla quale le sporgenze montuose della Luna siano maggiori di quelle della Terra, pu? essere ben provata dal punto di vista fisico, dal momento che la Luna stessa risulta, senza dubbio, pi? vicina al Sole, che non la Terra, nei punti di congiunzione [in synodis] e pi? lontana in quelli di disgiunzione [in diametris], e ? di conseguenza ? con variazioni giocoforza sostanziali degli effetti derivati, appunto, dall?azione solare.

Suppongo, altres?, che offrirai spiegazioni dettagliate e scrupolose su questi e molti altri punti nei resoconti delle tue ricerche che prometti di stilare: allorch? lo farai, ti prego ? in nome della nostra amicizia e per intercessione del Casato Mediceo, verso il quale io stesso mi sento obbligato (son colui al quale, quella volta, nel cenobio di S. Agostino in Padova, consegnasti la lettera firmata dal Duca Francesco il Grande, la prima volta che giungesti a Padova) ? ti prego, dicevo, d?inviarmene i resoconti per mezzo di quell?uomo, fiore di virt? e di cultura, che curer? la loro diffusione da Roma.
Sappi, inoltre, che, in occasione del Sinodo del 1603, in una mia previsione astrologica, annunciavo ? per questo secolo ? una svolta nelle scienze astronomiche, oltre che in molte altre, dal momento che la celebrazione del Sinodo cadeva in Sagittario, con ascendente Mercurio: da essa, buoni auspici e incoraggiamento, per te. E, per altro, concordo col tuo augurio, riecheggiante quello dantesco [i versi appartengono a Paradiso, I, 34 sgg.: http://www.soc-dante-alighieri.it/10-... ], che tutte le scienze subiranno una trasformazione, in virt? dello ?svelamento? dei misteri del cielo da te operato:

Poca favilla gran fiamma seconda:
Dunque diretro a noi con miglior voci
Si pregher? perch? Cirrha risponda, etc.

In ultimo ? me ne stavo dimenticando ? t?invito ad apportare correzioni all?ipotesi di Copernico sul ristabilimento dell?obliquit? e delle eccentricit? degli astri: ch?esse non siano plausibili, lo attesta la loro continua diminuzione, le osservazioni sull?opposizione dei loro movimenti e l?invilupparsi della loro corona, a riguardo delle quali etc. etc.

Stammi bene e che il Dio del Cielo, del quale ti sei eletto Nunzio [= Messaggero], assecondi ci? che hai iniziato etc. etc.

Lettera scritta il 13 gennaio 1611, a Napoli, da Tommaso Campanella.
  Tommaso Campanella a Galileo
      Re: Tommaso Campanella a Galileo
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