Data:
30/09/2003 18.52.01
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Valerio Massimo, Fatti e detti memorabili, II, 5 passim
[Egli], poich? in quel luogo non aveva visto alcun altare, credendo che gli si chiedesse d'innalzarne uno, si diresse a Roma intenzionato a comprare l'altare, dopo aver lasciato sul posto dei servi che scavassero il terreno per gettare le fondamenta. Costoro eseguirono l'ordine del padrone, ma, arrivati nello scavo ad una profondit? di venti piedi, trovarono un'ara dedicata al padre Dite e a Proserpina. Avuta da un servo questa notizia, Valesio rinunzi? a costruire l'altare e immol? a Taranto vittime di colore scuro, che anticamente erano dette furvae, e celebr? per tre notti consecutive lettisternii e ludi, perch? tanti erano stati i figli salvati dalla morte. Seguendone l'esempio, Valerio Publicola, che fu il primo console romano, nel desiderio di soccorrere i suoi concittadini fece voti solenni agli d?i presso lo stesso altare e immol? buoi neri in onore di Dite, giovenche bianche in onore di Proserpina; poi, celebrati per tre notti dei lettisternii e dei ludi, ricopr? l?altare di terra, lasciandolo cos? come si trovava prima che fosse scoperto.
Trad. Faranda
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