Data:
01/10/2003 20.25.14
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Dimostri, quando t?impegni, una certa conoscenza della lingua e propriet? di resa? ma, appunto, quando t?impegni :)
Ma adesso bisogna definire il concetto DI perfetto oratore e DI somma eloquenza. LA DEFINIZIONE [NOMEN] STESSA INDICA CHE COSTUI ECCELLE IN QUESTA SOLA COSA ? CIOE? NELLA PAROLA [ORATIONE; ABL. DI LIMITAZIONE] ? (MENTRE) TUTTE LE ALTRE (QUALITA?) RIMANGONO NASCOSTE [LATERE] IN LUI. Infatti chi abbraccia tutte queste qualit?, ? chiamato non gi? INVENTOR, COMPOSITOR o ACTOR [CONVIENE LASCIARE I TERMINI INTRADOTTI, PERCHE? ESSI SI RIFERISCONO SPECIFICAMENTE ALLE ARTICOLAZIONI DELLA RETORICA: INVENTIO, DISPOSITIO, ACTIO], ma DAL SENSO DEL VERBO ?ELOQUOR? [= PARLARE BENE, CON ELOQUENZA], VIEN DETTO con il termine greco rethor, e il latino "PERFETTO ORATORE [LETT. ORATORE FACONDO]". Ognuno aTtribuisce a se stesso una qualche parte di tutte le altre qualit? che sono nell'oratore , mentre E? CONCESSA A LUI SOLO [ALL?ORATORE, APPUNTO] LA POTENTISSIMA forza della parola, CIOE? [ID EST] DELL'eloquenza. Infatti, quantunque ALCUNI [NON: QUIDEM] filosofi ABBIANO PARLATO [PERF.] con ELEGANZA ? SE E? VERO CHE [GLI ET? ET? ET? CONVIENE NON TRADURLI] TEOFRASTO FU COSI? CHIAMATO [INVENIT NOMEN, LETT. PRESE/TROVO? IL NOME] DALLA BELLEZZA DIVINA DEL SUO PARLARE, ARISTOTELE TENNE TESTA ALLO STESSO ISOCRATE, LE MUSE, A QUANTO DICONO, PARLARONO QUASI PER BOCCA DI SENOFONTE E PLATONE, PER GRAZIE E BELLEZZA (DI ESPRESSIONE) SOVRASTO? DI GRAN LUNGA SCRITTORI ED ORATORI D?OGNI TEMPO [LETT. TUTTI COLORO CHE?] ? tuttavia l'oratoria di COSTORO non ha n? l'efficacia n? LA SOTTIGLIEZZA DELLO STILE ORATORIO-FORENSE.
(Costoro [Teofrasto, Aristotele?]) si rivolgono a studiosi, di cui preferiscono sedare piuttosto che incitare gli animi, e parlano di argomenti pacati e pacifici [a differenza, appunto, dell?oratoria forense, che doveva infiammare l?uditorio con argomenti? scottanti], allo scopo di [costr. "causa + gen.?] di insegnare, non di persuadere [capiendi], tal che [?ut? consecutivo] nel momento stesso in cui, parlando, s?imbattono in qualche diletto, ad alcuni [non nullis] pare ch?essi [qui ?videor? in costr. personale] facciano pi? del necessario [plus? quam necesse sit].
Trad. ccerra1 & Bukowski
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