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bukowski
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Re: Da Noctes Atticae di Aulo Gellio
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Data:
10/10/2003 20.16.26
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Liberamente tratto (Lhomond) da Gellio, Notti attiche, XV, 22
Sertorio aveva [dativo di possesso] una bellissima [eximiae pulchritudinis, gen. di qualit?] cerva bianca, cui egli ricorreva spesso come espediente per rendere i soldati pi? obbedienti [lett. la quale cerva era (il perf. latino dev?essere reso, in contesti come questo, con l?imperfetto ?durativo? italiano) di grande uso a lui (costruz. doppio dativo, finale e di termine) per?]. Sertorio l?aveva addomesticata [suppongo ?adsuefecerat?] e s?era abituato a seguire i suoi consigli [lett. ad essere da lei consigliato] sul da farsi [quae facere deberet]. Se (Sertorio) voleva (ad esempio) impartire un ordine troppo gravoso [lett. comandare qualcosa (di) troppo gravoso], diceva ch?egli era stato consigliato dalla cerva, e puntualmente [statim] i soldati (gli) obbedivano volentieri. (Una volta) la cerva si smarr? [lett. venne smarrita] nel corso di un?incursione nemica, e venne creduta morta; Sertorio prese molto a male l?accaduto [hoc]. Dopo molti giorni, (la cerva) fu ritrovata da un soldato. Sertorio impose di tacere a colui che gli stava recando la notizia [id] (del ritrovamento) e ordin? che essa fosse subito riportata nel posto dov?egli era solito amministrare la giustizia [ovvero, nel tribunale]. Poi, Sertorio [ipse] ? presentatosi in pubblico con espressione felice ? disse che la cerva, morta, gli era apparsa in sogno ritornare da lui. A quel punto, la cerva irruppe fuori all?improvviso [?emissa?, participio congiunto che conviene sciogliere in coordinata] e, appena scorse Sertorio, con un allegro balzo s?avvicina [presente narrativo, come il successivo] al seggio, dove quello sedeva, e col musetto gli sfiora la mano [lett. la mano di quello che sedeva]: vedendo ci? [lett. unde, per la qual cosa, da ci?], s?alz? un?ovazione di sorpresa e stupore tra i presenti [omnium].
Trad. Bukowski
saluti
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• Da Noctes Atticae di Aulo Gellio Re: Da Noctes Atticae di Aulo Gellio
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