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Mittente:
bukowski
Re: Filippica III,Cicerone (da 34 a 39)   stampa
Data:
12/10/2003 11.47.11




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Cicerone, Filippiche, III, 34-39, passim

[XIV] Hanc igitur occasionem oblatam tenete, per deos immortales, patres conscripti, et amplissimi orbis terrae consilii principes vos esse aliquando recordamini! Signum date populo Romano consilium vestrum non deesse rei publicae, quoniam ille virtutem suam non defuturam esse profitetur. Nihil est, quod moneam vos. Nemo est tam stultus, qui non intellegat, si indormierimus huic tempori, non modo crudelem superbamque dominationem nobis, sed ignominiosam etiam et flagitiosam ferendam esse.
[35] Nostis insolentiam Antoni, nostis amicos, nostis totam domum. Libidinosis, petulantibus, impuris, impudicis, aleatoribus, ebriis servire, ea summa miseria est summo dedecore coniuncta. Quodsi iam, quod di omen avertant! fatum extremum rei publicae venit, quod gladiatores nobiles faciunt, ut honeste decumbant, faciamus nos principes orbis terrarum gentiumque omnium, ut cum dignitate potius cadamus quam cum ignominia serviamus.
[36] Nihil est detestabilius dedecore, nihil foedius servitute. Ad decus et ad libertatem nati sumus; aut haec teneamus aut cum dignitate moriamur. Nimium diu teximus, quid sentiremus; nunc iam apertum est; omnes patefaciunt, in utramque partem quid sentiant, quid velint. Sunt impii cives, sed pro caritate rei publicae nimium multi, contra multitudinem bene sentientium admodum pauci; quorum opprimendorum di immortales incredibilem rei publicae potestatem et fortunam dederunt. Ad ea enim praesidia, quae habemus, iam accedent consules summa prudentia, virtute, concordia multos menses de populi Romani libertate commentati atque meditati. His auctoribus et ducibus, dis iuvantibus, nobis vigilantibus et multum in posterum providentibus, populo Romano consentiente erimus profecto liberi brevi tempore. Iucundiorem autem faciet libertatem servitutis recordatio.
[37] [XV] Quas ob res, quod tribuni pl. verba fecerunt, uti senatus Kalendis Ianuariis tuto haberi sententiaeque de summa re publica libere dici possint, de ea re ita censeo, uti C.Pansa A.Hirtius, consules designati, dent operam, uti senatus Kalendis Ianuariis tuto haberi possit. Quodque edictum D.Bruti imperatoris, consulis designati, propositum sit, senatum existimare D.Brutum imperatorem, consulem designatum, optime de re publica mereri, cum senatus auctoritatem populique Romani libertatem imperiumque defendat;
[38] quodque provinciam Galliam citeriorem optimorum et fortissimorum [virorum] amicissimorumque rei publicae civium exercitumque in senatus potestate retineat, id eum exercitumque eius, municipia, colonias provinciae Galliae recte atque ordine exque re publica fecisse et facere. Senatum ad summam rem publicam pertinere arbitrari ab D.Bruto et L.Planco imperatoribus, consulibus designatis, itemque a ceteris, qui provincias optinent, optineri ex lege Iulia, quoad ex senatus consulto cuique eorum successum sit, eosque dare operam, ut eae provinciae atque exercitus in senati populique Romani potestate praesidioque rei publicae sint. Cumque opera, virtute, consilio C.Caesaris summoque consensu militum veteranorum, qui eius auctoritatem secuti rei publicae praesidio sunt et fuerunt, a gravissimis periculis populus Romanus defensus sit et hoc tempore defendatur;
[39] cumque legio Martia Albae constiterit, in municipio fidelissimo et fortissimo, seseque ad senatus auctoritatem populique Romani libertatem contulerit; et quod pari consilio eademque virtute legio quarta usa L.Egnatuleio quaestore duce, civi egregio, senatus auctoritatem populique Romani libertatem defendat ac defenderit: senatui magnae curae esse ac fore, ut pro tantis eorum in rem publicam meritis honores eis habeantur gratiaeque referantur. Senatui placere, uti C.Pansa A.Hirtius, consules designati, cum magistratum inissent, si eis videretur, primo quoque tempore de his rebus ad hunc ordinem referrent, ita uti e re publica fideque sua videretur.

Di conseguenza, senatori, non lasciatevi sfuggire, in nome degli d?i immortali, quest'occasione che vi viene offerta e ricordate una buona volta che voi siete i membri pi? autorevoli della pi? nobile assemblea del mondo. Date al popolo romano una prova evidente che la repubblica pu? fare affidamento sulla vostra illuminata opera di governo, dato che esso assicura che si potr? contare sul suo valido sostegno. Di un mio ammonimento a voi non c'? bisogno: nessuno ? cos? sciocco da non capire che, se ci mettiamo a dormire su un'occasione come questa, dobbiamo aspettarci di subire una tirannide non solo fatta di crudelt? e di arroganza, ma pure di ignominia e di disonore. [35] L'insolenza di Antonio la conoscete bene, e conoscete bene pure i suoi amici e tutta la sua casa: essere servi di gente dissoluta, insolente, viziosa, spudorata, schiava del gioco, ubriacona, ? la pi? grande delle disgrazie accompagnata dal pi? gran disonore. Se poi ? ormai giunto per il nostro paese il giorno estremo - ma gli d?i stornino questo presagio! -, come fanno i gladiatori prodi che cercano di morire con onore, cos? facciamo noi che siamo l'?lite di tutti i popoli della terra: cadiamo con dignit? piuttosto che servire con ignominia! [36] Non c'? nulla di pi? abominevole del disonore, nulla di pi? ignobile della schiavit?. Noi siamo nati per l'onore e la libert?: conserviamoli entrambi oppure moriamo nobilmente! Per fin troppo tempo abbiamo tenuti nascosti i nostri pensieri e i nostri sentimenti; adesso ? gi? tutto chiaro: tutti manifestano pro o contro il loro pensiero e la loro volont?.
Vi sono dei cittadini perversi, ma, per quanto fin troppo numerosi rispetto all'amore che si deve alla propria patria, sono pur sempre assai pochi di fronte alla folla dei benpensanti. Ed ecco che gli d?i immortali ci hanno incredibilmente offerto la fortunata possibilit? di schiacciare i perversi; ch? a quei sostegni che gi? possediamo si aggiungeranno ben presto dei consoli assai saggi, valorosi e concordi: ed ? gi? da molti mesi che essi hanno dedicato ogni loro pensiero e cura alla difesa della libert? di Roma. Con il loro consiglio e la loro guida, con l'aiuto degli d?i, con la nostra vigilanza e la nostra solerte previdenza riguardo al futuro, col concorde appoggio del popolo romano, noi saremo liberi, sicuramente, entro breve tempo; e poi, a renderci pi? cara la libert? sar? il ricordo della schiavit?.
Per tutto quanto si ? detto, considerando che i tribuni della plebe hanno fatto delle proposte allo scopo di consentire al senato di riunirsi il l? gennaio in tutta sicurezza e ai senatori di esprimere liberamente il loro punto di vista sui pi? importanti affari di stato, ecco la mia mozione in proposito: ? I consoli designati Gaio Pansa e Aulo Irzio prendano le misure necessarie perch? il senato possa riunirsi in piena sicurezza il l? gennaio. Considerando poi la pubblicazione dell'editto del generale e console designato Decimo Bruto, il senato ritiene il generale e console designato D. Bruto assai benemerito della patria dato che difende l'autorit? del senato e la libert? e l'impero del popolo romano; considerando poi che egli mantiene sotto l'autorit? del senato la provincia della Gallia citeriore, abitata da bravi cittadini, coraggiosi e devoti alla repubblica, il senato giudica il comportamento passato e presente di Bruto, del suo esercito, dei municipi e delle colonie della provincia di Gallia giusto, legale e conforme all'interesse dello stato. Il senato ritiene necessario per il supremo interesse dello stato che i generali e consoli designati D. Bruto e Lucio Planco, come pure gli altri che hanno il governo delle province, continuino a governarle in base alla legge Giulia, fino a quando non si provveda con un senatoconsulto a dare a ciascuno di loro un successore, e che mirino con la loro opera di governo a mantenere le province e gli eserciti sotto il potere del senato e del popolo romano e a fame un baluardo per la difesa dello stato. Considerando poi che, grazie all'attivit?, all'energia, alla saggezza di Gaio Cesare e al perfetto accordo dei veterani che, postisi ai suoi ordini, hanno costituito e costituiscono la salvaguardia dello stato, il popolo romano ? stato ed ? tuttora difeso da pi? gravi pericoli; considerando che la legione Marzia si ? acquartierata ad Alba, uno dei municipi pi? fedeli e gagliardi, e si ? posta a disposizione dell?autorit? del senato e della libert? del popolo romano; considerando inoltre che la quarta legione, dando prova di pari saggezza e dello stesso valore, sotto il comando dell'illustre Lucio Egnatuleio, ha preso e prende le difese dell'autorit? del senato e della libert? del popolo romano, ? e sar? particolare cura del senato che in cambio di s? grandi benemerenze verso la patria siano ad essi tributati onori e assegnate adeguate ricompense. Il senato delibera che i consoli designati G. Pansa e A. Irzio, appena preso possesso della loro carica e sempre che lo ritengano opportuno, facciano il pi? presto possibile una relazione ufficiale a quest'assemblea su tutti questi problemi, secondo quel che dettano l'interesse del nostro paese e la loro lealt??.

Trad. G. Bellardi
  Filippica III,Cicerone (da 34 a 39)
      Re: Filippica III,Cicerone (da 34 a 39)
 

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