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Mittente:
bukowski
Re: quintiliano   stampa
Data:
13/10/2003 21.04.44




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Quintiliano, Istituzione oratoria, II, 5 passim

[13] Neque solum haec ipse debebit docere praeceptor, sed frequenter interrogare et iudicium discipulorum experiri. Sic audientibus securitas aberit nec quae dicentur superfluent aures: simul ad id perducentur quod ex hoc quaeritur, ut inueniant ipsi et intellegant. Nam quid aliud agimus docendo [14] eos quam ne semper docendi sint? Hoc diligentiae genus ausim dicere plus conlaturum discentibus quam omnes omnium artes, quae iuuant sine dubio multum, sed latiore quadam comprensione per omnes quidem species rerum [15] cotidie paene nascentium ire qui possunt? Sicut de re militari quamquam sunt tradita quaedam praecepta communia, magis tamen proderit scire qua ducum quisque ratione in quali re tempore loco sit sapienter usus aut contra: nam in omnibus fere minus ualent praecepta quam experimenta. [16] An uero declamabit quidem praeceptor ut sit exemplo suis auditoribus: non plus contulerint lecti Cicero aut Demosthenes? Corrigetur palam si quid in declamando discipulus errauerit: non potentius erit emendare orationem, quin immo etiam iucundius? Aliena enim uitia reprendi quisque [17] mauult quam sua.

13. E il docente non dovr? soltanto insegnare queste cose, ma dovr? anche interrogare di frequente gli alunni ed esercitare la loro capacit? di giudizio. Cos? gli allievi non saranno negligenti e quanto verr? detto non sfuggir? alle loro orecchie; nello stesso tempo li condurremo al punto di scoprire e comprendere da soli, che ? poi ci? che si richiede: insegnando infatti cos'altro facciamo se non evitar loro di dover sempre imparare? 14. Oserei dire che questo genere di scrupolo giover? agli alunni pi? di tutte le tecniche di tutti i maestri, che senza dubbio sono di grande aiuto, ma che mi chiedo come possano tener dietro con una adeguata ampiezza di respiro alle realt? che nascono praticamente ogni giorno.
15. Cos? come nel campo della tecnica militare, bench? siano stati tramandati alcuni precetti generali, sar? comunque pi? utile sapere con quale criterio ciascun comandante si sia mosso pi? o meno saggiamente in una determinata circostanza, in un dato tempo, in un dato luogo: quasi sempre infatti la teoria vale meno dell'esperienza pratica. 16. L'insegnante declamer? per fornire un esempio al suo uditorio: ma non serviranno forse di pi? Cicerone e Demostene letti direttamente? Se l'alunno commetter? un errore nella declamazione, venga corretto pubblicamente: non sar? pi? proficuo, e anzi pi? piacevole correggere un'orazione? Tutti infatti preferiscono la correzione degli errori altrui piuttosto che dei propri.

Trad. S. Beta
  quintiliano
      Re: quintiliano
 

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