Data:
19/10/2003 15.32.24
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La trad. che ti propongo ? tratta da cartaceo. Se incontri difficolt? in qualche punto, non esitare a ricontattarmi. Salutoni.
Seneca, Consolazione a Marcia, X passim
1. Quidquid est hoc, Marcia, quod circa nos ex aduenticio fulget, liberi honores opes, ampla atria et exclusorum clientium turba referta uestibula, clarum <nomen>, nobilis aut formosa coniux ceteraque ex incerta et mobili sorte pendentia alieni commodatique apparatus sunt; nihil horum dono datur. Conlaticiis et ad dominos redituris instrumentis scaena adornatur; alia ex his primo die, alia secundo referentur, pauca usque ad finem perseuerabunt. 2. Itaque non est quod nos suspiciamus tamquam inter nostra positi: mutua accepimus. Vsus fructusque noster est, cuius tempus ille arbiter muneris sui temperat; nos oportet in promptu habere quae in incertum diem data sunt et appellatos sine querella reddere: pessimi debitoris est creditori facere conuicium.
10,1. Tutto ci?, o Marcia, che brilla intorno a noi dall'esterno, figli, cariche, ricchezza, vasti atri e vestiboli pieni di una turba di clienti non ammessi, un (nome) famoso, una nobile o bella moglie e le altre cose che restano sospese ad una sorte incerta e mobile, fanno parte di una pompa estranea e a noi affidata: niente di ci? ci ? dato in dono. Con suppellettili raccogliticce, e per di pi? destinate a tornare ai loro padroni, ? adornata la scena: alcune saranno restituite il primo giorno, altre il secondo, poche rimarranno fino alla fine. 2. Non c'? quindi motivo di insuperbirci, come se noi fossimo posti fra cose nostre: abbiamo ricevuto roba in prestito. L'usufrutto ? nostro, il cui tempo lo regola quell'arbitro del suo dono; noi dobbiamo tenere a disposizione ci? che ci ? stato dato fino ad un giorno incerto e, se richiesti, senza lamenti dobbiamo restituirlo: ? proprio di un pessimo debitore muovere rimprovero al creditore.
Trad. G. Viansino
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