Data:
19/10/2003 18.51.17
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Eutropio, Epitome, VIII, 8
Ad Adriano successe T. Antonino Fulvio Boionio, detto anche ?Pio?, di stirpe illustre ma non molto antica, uomo straordinario e che, a buon diritto, pu? essere paragonato a Numa Pompilio, cos? come Traiano a Romolo. Ebbe un?integerrima vita da privato cittadino [lett. da privato, visse?], ancor pi? da imperatore [in imperio]: crudele nei confronti di nessuno, (anzi) benevolo nei riguardi di tutti: raggiunse successi non altisonanti in campo militare [lett. di gloria modesta nei fatti militari], dal momento che si preoccupava [conviene sciogliere cos? il participio ?studens?] di difendere pi? che di ampliare le province; per l?amministrazione dello Stato cercava uomini di somma integrit? e giustizia; onorava gli (uomini) onesti, mentre detestava ? ma senza (esercitare contro di essi) alcuna crudelt? ? gli (uomini) malvagi; per i re amici (risultava) venerabile non meno che temibile, al punto che [adeo ut] molti popoli barbari, cessate le ostilit? [lett. deposte le armi], a lui sottoponevano le proprie controversie e liti, e (poi) si rimettevano al suo giudizio. Egli [hic], ricchissimo prima di diventare imperatore [ante imperium], dissip? persino [quidem] tutte le proprie risorse [opes] con le paghe dei soldati e le elargizioni agli amici; lasci?, tuttavia, l?erario [ovvero, il tesoro dello Stato] ben fornito. Venne soprannominato ?Pio? per la sua clemenza. Mor? a Lorio, sua villa a 12 miglia da Roma [ab urbe], a 73 anni [o 72; bisogna vedere se compiuti o meno], dopo 22 anni [lett. nel 23esimo anno] da imperatore: fu deificato [lett. innalzato tra gli d?i] e, a buon ragione, consacrato.
Trad. Bukowski
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