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Mittente:
bukowski
Re: Seneca, De Ira II-32   stampa
Data:
26/10/2003 17.37.38




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Qualcuno, probabilmente, potrebbe obiettare [lett. dire; ha valore potenziale; utilizzando espressioni simili, ?chi scrive, mette davanti una timida osservazione? (Tantucci)]: ?L?ira procura [lett. ha] qualche piacere ed ? dolce contraccambiare il dolore?. Nient?affatto [minime], ch? [enim] non come per ci? che riguarda i benefici [in + abl., costrutto di relazione] ? onesto ripagare meriti con meriti, cos? ingiurie con ingiurie [ovvero, per ci? che riguarda le ingiurie, non vale lo stesso discorso per ci? che riguarda i benefici: contraccambiare un beneficio ? cosa onesta, contraccambiare un?ingiuria ? cosa disonesta].
Nel primo caso [illic; ovvero per ci? che riguarda le ingiurie] essere superato [vinci] ? vergognoso [ovvero ? vergognoso esser ?secondi?, contraccambiando ad un beneficio uno minore], nel secondo caso [hic; beninteso, ? avv. di luogo, come il precedente] (? vergognoso) superare [ovvero contraccambiare un ingiuria maggiore rispetto a quella che s?? ricevuta]. ?Vendetta? ? un termine inumano.
(Una volta,) un tale ? ignorando (con chi avesse a che fare) ? colp? M Catone senza volerlo [imprudens] ? del resto [enim] chi, consapevolmente [sciens, da rendere avv.], gli [a Catone] avrebbe fatto uno sgarbo? Poi, a quello ? che desiderava [?cupienti? ? dat. di relazione] chiedere scusa [satisfacere] ? Catone disse: ?Non ricordo [?memini?, perf. logico] di essere stato colpito?. (Catone) ritenne cosa migliore non riconoscere (affatto) lo sgarbo, piuttosto che perdonarlo.
E? proprio di un magnanimo [gen. di pertinenza] disprezzare le ingiurie. Grande e nobile ? colui che, come fa [?more?, secondo il costume di?] una bestia di grande stazza, ascolta, senza preoccuparsene [securus], i latrati dei cagnolini.
Non bisogna dar sfogo all?ira [lett. l?ira non dev?essere fatta venire]: anche quando (ci) assale, dev?essere respinta [?reiciatur?, cong. esortativo: sia respinta]. Il pi? efficace rimedio all?ira ? il rinvio e, come un annebbiamento che opprime la mente, o discenda o sia meno densa [ancora cong. esortativi].

Trad. Bukowski
  Seneca, De Ira II-32
      Re: Seneca, De Ira II-32
 

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