Data:
27/10/2003 5.19.18
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Cicerone, Repubblica, I, 68 passim, con leggere modifiche
Dall?eccessiva licenza, spesso considerata come la sola libert?, il tiranno nasce come per naturale generazione. Come infatti dall'eccessiva potenza dei grandi nasce la rovina dei grandi, cos? la libert? stessa punisce questo troppo libero popolo con la schiavit?. Tutti gli eccessi, sia nel clima, sia nei campi, sia nei corpi, generano l'eccesso contrario, e ci? accade soprattutto in materia politica, in cui la troppa libert? tanto per i popoli quanto per i privati finisce col trasformarsi in troppa schiavit?. Da questa massima libert? si genera dunque un tiranno e la pi? ingiusta e la pi? dura delle servit?. Da questo popolo indomito o, meglio, da questo mostro ? scelto, di solito, un duce audace, impuro, che perseguita, protervo, i cittadini che han pi? meritato della patria e largheggia verso il popolo con la ricchezza propria e con la ricchezza altrui. E potendo egli, come privato, aver qualche timore, gli si affidano comandi: e i comandi restano e ben presto gli si concede una guardia del corpo, come nel caso di Pisistrato in Atene: e cos? costoro diventano tiranni di quegli stessi che l'hanno innalzato. Se i buoni cittadini riescono ad abbatterli, lo Stato ? rigenerato; ma se, invece, ad abbatterli sono individui senza scrupoli e improbi, subentra una fazione di prepotenti, che altro non ? che un nuovo genere di tirannia.
Fonte: www.bibliomania.it [adattata]
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