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Mittente:
bukowski
Re: Traduzione De finitate motus et temporis   stampa
Data:
13/11/2003 14.31.45




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Ora, in questo ragionamento sillogistico, risulta chiaro che tutto-ci?-che-si-muove dev?esser necessariamente ricondotto al moto continuo circolare. Tale ragionamento, inoltre, confuta l?esistenza di un moto primo, nonch? tanto l?esistenza di un moto anteriore al moto infinito, quanto il verificarsi d?un periodo di quiete a partire dal modo intermedio.

Tuttavia, ci tengo a fare delle precisazioni che riducono la generalit? del ragionamento di Aristotele e dei filosofi: ad esempio, l?affermazione in base alla quale ?c?? stato moto d?abbrivo in principio, in seguito venuto meno? ha bisogno di un?analisi particolareggiata, dal momento che, se l?espressione ?in seguito? allude ad un ordine temporale, ci? comporta nell?affermazione di cui sopra una contraddittoriet? interna, poich? implica l?ammissione di un tempo anteriore al primo principio del moto, ovvero all?esistenza d?un moto anteriore al primo moto e d?un tempo anteriore al tempo primo [tempo e moto, per Aristotele, sono infatti strettamente congiunti: il tempo ? ?il numero del movimento secondo il prima e il dopo? (Fisica, IV, 11)], cosa, appunto, impossibile.

Inoltre, neanche la seguente divisione, segnata dal ragionamento, risulta sufficiente: il moto o ? incorruttibile e senza inizio, o fu in un primo momento e in seguito non fu, giacch? nessuno dei due casi contempla la realt? del mondo, del tempo, dello stesso moto, o comunque di ? [ease?]? poich? nessuna di queste realt? ? senza inizio. N?, del resto, esse hanno un inizio nel tempo [la contraddizione ? dovuta, caro Paolo, al subentrare dell?idea di creazione: la creazione non ? avvenuta nel tempo, ma il tempo stesso ? iniziato con la creazione]. Di contro, la divisione di cui sopra si rivela necessaria solo volendo intendere, con un salto d?immaginazione, che ci sia coincidenza tra ci? che non ha inizio e ci? che ha essere eterno [solo l?immaginazione (e, aggiungo io, la fede) pu? render conto dell?eternit?, e ?concepirla? in modo esaustivo: la ragione non vi riesce].

Diversamente, se il ?postquam? allude, l?? vero, al tempo, ma estendendo l?orizzonte temporale includendovi anche l?eternit?, la contraddizione viene a cadere, giacch? questo passaggio ? del mondo, del tempo, del moto ? dal non-essere all?essere indicherebbe piuttosto il passaggio dalla potenza all?atto, laddove con ?potenza? non s?indichi la causa materiale, bens? quella efficiente.
E anche la proposizione ?tutto ci? che da potenza si sviluppa in atto etc?? risulta vera, se designa una priorit? temporale, ovvero una priorit? dell?eterno rispetto al tempo, un tempo infinito nel quale, effettivamente, le cose erano in quiete [e dunque, in potenza] prima di cominciare a muoversi [ovvero, prima di tradursi in atto, con la creazione].

Trad. Bukowski

Salutoni :)
  Traduzione De finitate motus et temporis
      Re: Traduzione De finitate motus et temporis
 

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