Data:
28/11/2003 22.15.06
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Un errore del resto forzato, quello dei filosofi, dal momento che lo sguardo della mente, ovvero l?intelligenza, non ? in grado di elevarsi al di sopra delle vette dell?affezione sensibile; pertanto, poich? l?affezione sensibile dei filosofi era legata alle cose transitorie piuttosto che a quelle eterne, la loro facolt? apprensiva [ovvero, che vale ad apprendere, a capire: intellettiva], agganciata alle apparenze delle cose mutabili, non riusc? ad attingere il concetto di ?eternit? semplice?. Il magister Riccardo di San Vittore, di contro, ha asserito che il tempo non ? infinito in quanto ad inizio [ovvero, ha avuto un punto di partenza]: ci? vuol dire che tutto il tempo trascorso fino ad ora appartiene ad un ?passato?; ma tutto ci? che ? trascorso, un tempo ? stato ?presente?; se ne conviene che nessuno tempo scorre via, senza esser stato ?presente?; un qualcosa, dunque, ? stato ?presente?, prima di divenir passato. Il passato, pertanto, ha una sua finitezza.
Ragionamento simile si pu? applicare per ci? che riguarda il futuro: sebbene, infatti, Riccardo non tocchi, coi propri argomenti, il problema del futuro, alcuni provano la finitezza del tempo anche per ci? che riguarda il ?poi? [ovvero, ammettono l?esistenza d?un punto finale], cos? ragionando: tutto ci? ch?? stato creato ha come causa l?uomo [cio?, ? stato creato per l?uomo]. Dunque, il moto celeste contempla una continua generazione e corruzione della propria forma in quanto tali mutamenti, e tutto ci? ch?? ad essi connesso, sono a vantaggio dell?uomo. Dunque, allorquando l?uomo non avr? pi? bisogno di tali mutamenti, verr? meno anche la causa per la quale si verifica il moto celeste. Insomma, il cielo si fermer? e il moto e il tempo finiranno contemporaneamente al genere umano.
Trad. Bukowski
Caro Paolo, grazie per la prolusione, che legger? con calma. Salutoni.
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