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Mittente:
bukowski
Re: Marsia sfida Apollo, Igino   stampa
Data:
30/11/2003 15.06.56




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Igino, Favole, Marsia (con modifiche)

Minerva, avendo ricavato un flauto da ossa di cervo, si rec? al banchetto degli d?i, per dilettarli col (proprio) canto. Ma quando gonfiava le gote per soffiare nel flauto, Giunone e Venere si prendevano gioco di lei [suppongo ?eam?], poich? le fattezze del suo viso [?os?, per metonimia] apparivano deformate. Ragion per cui, fuggita nella selva dell?Ida, presso una fonte, per sottrarsi [subactura, part. fut. finale] alla vista delle denigratrici, avendo notato, nello specchio d?acqua (della fonte), (che) le proprie gote (erano effettivamente) gonfiate (per lo sforzo), gett? il flauto per [?quo?, qui usato perch? in presenza di un comparativo (facilius), apre una finale] sfuggire pi? facilmente alla tentazione di cantare.
Marsia, uno dei Satiri, figlio di Eagro, trov? e raccolse il flauto, per esercitarsi al canto. Cos? facendo, riusciva a modulare, di giorno in giorno, un suono (sempre) pi? dolce. Divenuto particolarmente bravo, (Misia) sfid? Apollo a contendere con lui in una gara di canto. Apollo accett? [lett. venne per cantare (suppongo ?cantatum?, supino finale) e invit? le Muse a far da giudici della competizione. Il dio still? dalla cetra una dolcissima melodia e, riuscito vincitore (nella competizione), per impedire che, immotivatamente, la superbia e l?arroganza dell?avversario crescessero, lo leg? ad un albero e mand? a chiamare [arcessit = arcessivit] un tale di Scizia ch? lo scuoiasse [relativa finale], un membro dopo l?altro.
Il nero sangue, che usc? a fiotti dal corpo del malcapitato [miseri], and? a formare un corso d?acqua, che gli abitanti di quella zona, ad eterna memoria dell?avvenimento, chiamarono [appellavere = appellaverunt] (appunto torrente) ?Marsia?.

Trad. Bukowski
  Marsia sfida Apollo, Igino
      Re: Marsia sfida Apollo, Igino
 

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