Data:
07/12/2003 13.20.14
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Cicerone, Paradoxa Stoicorum, 45-46 passim
Etenim ex eo, quantum cuique satis est, metiuntur homines divitiarum modum. Filiam quis habet, pecunia est opus; duas, maiore; pluris, maiore etiam; si, ut aiunt ~Danaum quinquaginta sint filiae, tot dotes magnam quaerunt pecuniam. Quantum enim cuique opus est, ad id accommodatur, ut ante dixi, divitiarum modus. Qui igitur non filias plures, sed innumerabiles cupiditates habet, quae brevi tempore maximas copias exhaurire possint, hunc quo modo ego appellabo divitem, cum ipse egere se sentiat? [45] Multi ex te audierunt, cum diceres neminem esse divitem, nisi qui exercitum alere posset suis fructibus, quod populus Romanus tantis vectigalibus iam pridem vix potest. Ergo hoc proposito numquam eris dives ante, quam tibi ex tuis possessionibus tantum reficietur, ut eo tueri sex legiones et magna equitum ac peditum auxilia possis. Iam fateris igitur non esse te divitem, cui tantum desit, ut expleas id, quod exoptas. Itaque istam paupertatem vel potius egestatem ac mendicitatem tuam numquam obscure tulisti.
[44] Gli uomini, infatti, fissano la misura della ricchezza sulla base di ci? che ? bastevole per ciascuno. Uno ha una figlia: gli urge del denaro; un altro ne ha due: ha bisogno di una quantit? di denaro maggiore; un terzo ne ha molte: la necessit? di denaro aumenta in proporzione; se poi, come si favoleggia di Danao, uno ha cinquanta figlie, un cos? alto numero di doti richiederebbe una enorme disponibilit? di soldi. Il limite della ricchezza si conforma, come ho detto poc'anzi, al bisogno di ciascuno. Se, poi, uno, invece di avere molte figlie, ? preda di innumerevoli bramosie che in breve tempo sono in grado di dar fondo a una grandissima quantit? di denaro, costui in che modo potr? mai definirlo ricco, dal momento che egli stesso ? ben cosciente di essere privo di ogni cosa? [45] Molti ascoltarono una volta dalla tua bocca l'affermazione che nessuno pu? ritenersi ricco se non colui che ? in grado di mantenere con le sue entrate un esercito (cosa che, por con le sue rendite, il popolo romano, ormai da un pezzo, riesce a compiere a stento): partendo da questo presupposto, dunque, tu non sarai mai ricco prima di poter ottenere dai tuoi beni un reddito cos? alto, che sia in grado di consentirti di sostentare sei legioni e una gran quantit? di truppe ausiliarie sia appiedate che a cavallo. Sei costretto, perci?, a riconoscere che non sei ricco, dal momento che ti manca tanto per realizzare in pieno i tuoi desideri. D'altronde tu non hai mai nascosto codesta tua povert? o, per meglio dire, codesta tua miseria e mendicit?.
Trad. R. Badal
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