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bukowski
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08/12/2003 18.10.39




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Floro, Epitome, I, 13 passim

[4] I Galli Senoni erano gente di natura feroce, barbara nei costumi; inoltre per la stessa mole dei corpi e la grandezza delle armi erano tanto terribili sotto ogni aspetto che sembravano proprio nati per sterminare uomini e distruggere citt?. [5] Essi, partiti un tempo in gran schiera dalle ultime plaghe della terra, presso l'Oceano che cinge ogni cosa, dopo aver devastato tutte le regioni intermedie, posero le loro sedi tra le Alpi e il Po, ma non accontentandosi neanche di queste, cominciarono a vagare per l'Italia. [6] Infine assediarono la citt? di Chiusi. I Romani intervennero a favore degli alleati e federati e mandarono ambasciatori secondo le usanze. Ma che forma di diritto pu? esistere presso i barbari? I Galli si comportarono troppo ferocemente e ne nacque una lotta. [7] Allontanatisi dunque da Chiusi e messisi in marcia verso Roma, si incontrarono presso il fiume Allia con l'esercito del console Fabio. Non ci fu mai, certamente, una pi? triste battaglia e Roma pose questo giorno tra i nefasti. [8] Sconfitto l'esercito, gi? i nemici si avvicinavano alle mura di Roma e non c'erano fortificazioni. Allora dunque pi? che mai rifulse il vero valore romano.


Floro, Epitome, I, 18 passim

[2] Taranto era una citt? fondata dagli Spartani, un tempo capitale della Calabria, della Puglia e di tutta la Lucania, notevole per la grandezza, le mura e il porto e anche situata in una posizione mirabile. [3] Infatti, stando proprio all'ingresso del mare Adriatico, poteva mandare le sue vele in tutte le terre: l'Istria, l'Illiria, l'Epiro, la Grecia, l?Africa, la Sicilia. Vicino al porto c'era, in prospetto del mare, un gran teatro, che fu in verit? la causa di tutti i mali per quella sfortunata citt?. [4] I Tarentini stavano celebrando dei giochi, quando vedono delle navi romane spingersi verso la spiaggia. Pensando che vengano con intenzioni ostili, si precipitano verso di loro e, senza riflettere, coprono di oltraggi i cittadini di Roma. [5] ?Chi sono infatti e donde vengono questi Romani?? E non ? ancora abbastanza. Quando senza indugio si presenta una ambasceria a chieder conto dell'oltraggio, anche questa viene offesa violentemente con un atto indecoroso e turpe a dirsi 4. Ne nasce la guerra.


Floro, Epitome, II, 18 passim

[II, 1] Pertanto, vincitore dell'Italia, il popolo romano, essendo giunto fino allo stretto, si sofferm? per qualche tempo a guisa di un fuoco che, dopo aver devastato con l'incendio le selve incontrate sul suo cammino, ? interrotto da un corso d'acqua che gli taglia la strada. [2] Ma poi, vedendo nelle vicinanze una ricchissima preda, in certo qual modo portata via e quasi strappata alla sua Italia, tanto arse dal desiderio di averla che, non potendo unirla alla penisola con una diga n? con un ponte, gli parve di dover congiungerla con le armi e con la guerra e renderla al suo continente. [3] Ed ecco che il fato stesso spontaneamente gli apr? la via e gli venne offerta l'occasione quando la citt? sicula di Messina s, federata dei Romani, ebbe a lamentarsi della prepotenza dei Cartaginesi. Sia questi che i Romani bramavano la Sicilia e nello stesso tempo ambedue con pari desiderio e forza aspiravano all'impero del mondo.
[4] Dunque, sotto il pretesto di aiutare gli alleati, in realt? attratto dalla preda, sebbene un po' lo atterrisse la novit? della cosa, tuttavia - tanta fiducia aveva nella propria virt? - quel rude popolo di pastori, popolo unicamente di terra ferma, mostr? che non c'? differenza per uomini di valore se si debba combattere a cavallo o con le navi, per terra o per mare.

Tradd. J. Giacone Deangeli


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