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Mittente:
bukowski
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Re: Marcus Iunianus Iustinus
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Data:
21/12/2003 13.32.03
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Giustino, Epitome, II, 11 passim
Cum nuntiatum esset Leonidae a XX milibus hostium summum cacumen teneri, tum hortatur socios, recedant et se ad meliora patriae tempora reservent, sibi cum Spartanis fortunam experiendam; plura patriae quam vitae debere, ceteros ad praesidia Graeciae servandos. Audito regis imperio discessere ceteri, soli Lacedaemonii remanserunt. Initio huius belli sciscitantibus Delphis oracula responsum fuerat, aut regi Spartanorum aut urbi cadendum. Et idcirco rex Leonidas, cum in bellum proficisceretur, ita suos firmaverat, ut ire se parato ad moriendum animo scirent angustiasque propterea occupaverat, ut cum paucis aut maiore gloria vinceret aut minore damno rei publicae caderet. Dimissis igitur sociis hortatur Spartanos, meminerint qualitercumque proeliatis cadendum esse; caverent, ne fortius mansisse quam dimicasse videantur; nec exspectandum, ut ab hoste circumvenirentur, sed dum nox occasionem daret, securis et laetis superveniendum; nusquam victores honestius quam in castris hostium perituros. Nihil erat difficile persuadere persuasis mori.
Essendo stato riferito a Leonida che la sommit? (del colle) era presidiata da 20mila nemici, (egli) allora esorta [pres. narrativo; regge cong.] gli alleati a ritirarsi e a preservare se stessi per occasioni pi? propizie [meliora] alla patria; (afferma) che ? proprio compito tentare la sorte (in guerra) con gli Spartani [?sibi? ? dat. d?agente; lett. la sorte dev?essere da lui tentata?] e ch?egli deve pi? alla patria che alla (propria) vita, mentre gli altri dovrebbero risparmiarsi per la difesa [ad praesidia] della Grecia. Ricevuto l?ordine del re, il resto [ceteri] (dell?esercito) si ritir? [discessere = discesserunt], (e) rimasero i soli Spartani. All?inizio della guerra, quando (essi) avevano consultato l?oracolo di Delfi, avevano ricevuto tale responso [conviene sciogliere il dat. di relazione ?sciscitantibus?; lett. era stato risposto a coloro che avevano consultato?]: che sarebbe caduto o il re degli Spartani o la citt? [?regi? e ?urbi? dativi d?agente]. Al che [et idcirco], il re Leonida, partendo per la guerra, aveva cos? persuaso [firmaverat] i propri (uomini) ch?essi erano (ben) consapevoli di dover avanzare pronti [lett. con l?animo pronto?] a sacrificare la vita [ad moriendum]; inoltre, aveva preso posizione in una strettoia [ovvero in un luogo difficilmente accessibile, perch? appunto angusto] di modo che o conquistava la vittoria, e con maggior gloria visto che aveva al seguito pochi (uomini) [cum paucis], oppure soccombeva, ma con minor danno per lo Stato [visto che, appunto, nel caso, sarebbe stato sbaragliato solo uno sparuto manipolo]. Ritiratosi quindi gli alleati, (Leonida) esorta [ancora pres. narrativo] gli Spartani a ricordare [?memini? si costruisce con perfetti logici] che, in qualunque modo avessero combattuto, (essi) erano (comunque) destinati a soccombere [?proeliatis? ? dat. d?agente, che qui conviene sciogliere]; a cercare di non dar l?impressione d?aver indugiato con pi? risolutezza [fortius] di quella mostrata nell?aver combattuto; ch?essi non dovevano attendere d?essere circondati dal nemico, bens? ? appena la notte forniva l?occasione ? dovevano attaccare i (nemici mentre questi si credevano) al riparo e (perci? erano) senza preoccupazioni [laetis]; e (infine) che in nessun luogo [nusquam] (si ?) vincitori in modo pi? onorevole che morendo nell?accampamento nemico [ovvero, espugnandolo]. (In realt?) non [nihil] era difficile spronare (in tal senso uomini gi?) convinti di (dover) morire.
Trad. Bukowski
Giustino, Epitome, III, 5 passim
Lacedaemonii de belli eventu oraculo Delphis consulto iubentur ducem belli ab Atheniensibus petere. Porro Athenienses, cum responsum cognovissent, in contemptum Spartanorum Tyrtaeum, poetam claudo pede, misere, qui tribus proeliis fusus eo usque desperationis Spartanos adduxit, ut servos suos ad supplementum exercitus manumitterent hisque interfectorum matrimonia pollicerentur, ut non numero tantum amissorum civium, sede et dignitati succederent. Sed reges Lacedaemoniorum, ne contra fortunam pugnando maiora detrimenta civitati infunderent, reducere exercitum voluerunt, ni intervenisset Tyrtaeus, qui conposita carmina exercitui pro contione recitavit, in quibus hortamenta virtutis, damnorum solacia, belli consilia conscripserat. Itaque tantum ardorem militibus iniecit, ut non de salute, sed de sepultura solliciti tesseras insculptis suis et patrum nominibus dextro bracchio deligarent, ut, si omnes adversum proelium consumpsissent et temporis spatio confusa corporum liniamenta essent, ex indicio titulorum tradi sepulturae possent. Cum sic animatum reges exercitum viderent, curant rem hostibus nuntiare; Messeniis autem non timorem res, sed aemulationem mutuam dedit. Itaque tantis animis concursum est, ut raro umquam cruentius proelium fuerit. Ad postremum tamen victoria Lacedaemoniorum fuit.
Consultato l?oracolo di Delfi a riguardo dell?esito della guerra, gli Spartani [Lacedaemonii] ricevono ingiunzione [pres. narrativo; ingiunzione, s?intende, dall?oracolo stesso] di chiedere ad Atene un condottiero (che li guidi in quella) guerra. Da parte loro [porro], gli Ateniesi ? conosciuto il responso ? inviarono (loro) [misere =miserunt], (mostrando cos?) il proprio disprezzo [in contemptum] nei confronti degli Spartani, Tirteo, un poeta (per giunta) zoppo, il quale ? sconfitto in tre battaglie ? inguai? a tal punto gli Spartani [lett. port? gli Spartani ad un tal punto (eo usque) di disperazione; ovvero: ad una situazione cos? disperata], ch?essi (si videro costretti ad) affrancare [manumitterent] i propri schiavi per infoltire le schiere dell?esercito [ad supplementum exercitus (gen.)] ed a promettere loro le vedove [lett. le matrone (matrimonia, per metonimia)] dei (concittadini) caduti (in battaglia), tal che essi sarebbero succeduti, a costoro, non solo come (semplice) rimpiazzo [lett. per numero], ma anche in posizione e dignit? (civica). I re degli Spartani, invero, per non apportare danni pi? gravi allo Stato combattendo a dispetto di una sorte palesemente avversa [contra fortunam], avrebbero ben volentieri [voluerunt; indicativo italiano in luogo del cong. latino] fatto ritirare l?esercito, se non fosse intervenuto (appunto) Tirteo, il quale recit?, dinanzi all?esercito in raccolta [pro contione exercitui], armoniosi carmi, nei quali aveva inserito [lett. descritto] esortazioni al valore, consolazioni in caso d?eventuale sconfitta, e consigli per la guerra. E cos?, (egli) riusc? ad infondere tanto ardimento nei soldati, che questi ? preoccupati piuttosto della (propria) sepoltura [ovvero, davano per scontata l?eventualit? di morire, eventualit? cui essi, cos? infervorati, ben volentieri non sfuggivano; per ci?, come descritto appena dopo, prendono adeguate ?precauzioni?], che di scamparsela [?sollicitus de alique re? ? costruzione idiomatica] ? legarono al braccio destro delle piastre [tesseras] su cui erano incisi i nomi propri e della famiglia d?appartenenza [patrum], di modo che, se tutti fossero caduti nell?eventualit? di uno scontro sfavorevole [adversum proelium, acc. alla greca] e i lineamenti dei (propri) cadaveri [corporum] si fossero alterati per l?intervallo di tempo (trascorso dalla morte alla ricognizione dei caduti, dopo la battaglia), essi avrebbero potuto esser condotti ad (adeguata) sepoltura, in virt? dei segni di riconoscimento [ex indicio] incisi sulle piastre [si trattava, dunque, proprio di piastre di riconoscimento, per i caduti in battaglia; si usano ancor oggi, attaccate al collo, nell?esercito]. Quando i re videro l?esercito cos? rinfrancato, fanno s? [surant; pres. narrativo] che la notizia giunga ai nemici [per una sorta di pretattica intimidatoria]; ma la notizia non intimor? i Messeni [ch?erano appunto i nemici], ma anzi, a loro volta, li spron?. Pertanto, (su entrambi i fronti) si diede prova di un coraggio tale, che raramente si sarebbe avuto uno scontro pi? cruento (di quello che si ebbe). Tuttavia, alla fine, la vittoria arrise ai [lett. fu dei] Lacedemoni.
Trad. Bukowski
Giustino, Epitome, II, 2 passim
Hominibus inter se nulli fines. Neque enim agrum exercent, nec domus illis ulla aut tectum aut sedes est, armenta et pecora semper pascentibus et per incultas solitudines errare solitis. Uxores liberosque secum in plaustris vehunt, quibus coriis imbrium hiemisque causa tectis pro domibus utuntur. Iustitia gentis ingeniis culta, non legibus. Nullum scelus apud eos furto gravius: quippe sine tecti munimento pecora et armenta habentibus quid inter silvas superesset, si furari liceret? Aurum et argentum non perinde ac reliqui mortales adpetunt. Lacte et melle vescuntur. Lanae his usus ac vestium ignotus et quamquam continuis frigoribus urantur, pellibus tamen ferinis ac murinis utuntur. Haec continentia illis morum quoque iustitiam edidit, nihil alienum concupiscentibus; quippe ibidem divitiarum cupido est, ubi et usus. Atque utinam reliquis mortalibus similis moderatio abstinentiaque alieni foret; profecto non tantum bellorum per omnia saecula terris omnibus continuaretur, neque plus hominum ferrum et arma quam naturalis fatorum condicio raperet.
Gli uomini (sciiti) godono di estrema libert? territoriale [lett. non ci sono confini?; insomma, Giustino vuol dire che sono nomadi]: infatti non coltivano campi, n? possiedono [costruzione dativo di possesso] alcuna casa o dimora fissa, poich? son dediti alla pastorizia ed all?allevamento, e sono soliti spostarsi attraverso incolte radure. Trascinano insieme con s? (nel loro vagabondare nomade) mogli e figli su dei carri, che ? ricoperti con pelle animale, per scongiurare (i rigori) delle piogge e dell?inverno ? essi utilizzano come abitazione [pro domibus]. La giustizia ? rispettata per carattere del popolo, non per mezzo di leggi [ovvero, hanno per inclinazione naturale il senso della giustizia]. Per [lett. presso di?] loro, non c?? reato pi? grave del furto: del resto, se rubare fosse lecito, che cosa rimarrebbe, in mezzo ai boschi, a chi possiede (di suo solo) greggi e armenti (ed ?) senza dimora e riparo [sine tecti munimento]? Disdegnano l?oro e l?argento tanto quanto gli altri uomini li bramano. Si nutrono di latte e miele. Ignorano l?abbigliamento di lana, bench? soffrano freddi assidui; si vestono, invece, con pelli di fiere e piccoli animali. Tale frugalit? [continentia morum] ha conferito loro anche il senso della giustizia, dato ch?essi non bramano propriet? altrui: del resto, c?? brama di ricchezze (solo) laddove se ne fa uso. Volesse il cielo che una simile morigeratezza e astensione dai beni altrui contagiasse anche il resto dell?umanit? [reliquis mortalibus]; di certo, un cos? gran numero di guerre non continuerebbe ad infestare ogni regione del mondo, in ogni tempo, e la spada e le armi non troncherebbero la vita a pi? uomini che il corso naturale del destino [ovvero, ci sarebbe quantomeno equivalenza numerica tra morti ?violente? e morti ?naturali?; la belligeranza, invece, causata il pi? delle volte dalla brama di ricchezze, fa s? che le morti violente, inferte dalla spada, siano decisamente in maggior numero].
Trad. Bukowski
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• Marcus Iunianus Iustinus Re: Marcus Iunianus Iustinus
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